Siccità, ordinanza in Veneto: “non sprecare acqua in nessun modo”

Siccità, in Veneto arriva l’ordinanza contro gli sprechi d’acqua: campagna informative alla popolazione e risparmio delle acque sotterranee
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Nel pomeriggio, il Presidente del Veneto, Luca Zaia, ha firmato un’ordinanza regionale che invita i cittadini ad evitare gli sprechi d’acqua, a causa del proseguire della siccità, e a predisporre piani di emergenza per l’approvvigionamento. L’ordinanza, che entra in vigore da questa notte, prevede, tra le altre misure, una vasta campagna informativa verso i cittadini, affidata anche ai sindaci, e la predisposizione da parte dei concessionari di piani di emergenza per l’approvvigionamento potabile, come l’interconnessione delle reti, l’approvvigionamento con autobotti, interventi di riduzione delle perdite.

Siccità Veneto, Zaia: “non sprecare acqua in nessun modo”

“Siamo ancora a un livello di allerta che non richiede di imporre razionamenti, punto al quale speriamo di non arrivare – ha detto Zaia – Tramite l’ordinanza intendo sensibilizzare con un atto formale i cittadini e tutte le istituzioni sulla necessità di non sprecare acqua in nessun modo, intervenendo, fra le altre misure, nell’irrigazione dei giardini, chiudendo i pozzi a gettata continua, evitando sprechi nelle acque ad uso pubblico”. Quanto all’agricoltura, “purtroppo sappiamo – ha spiegato Zaia – che a causa di una rete datata, per l’irrigazione arriva dal 40 al 60% dell’acqua disponibile all’origine. Non a caso ho già detto in più occasioni che occorre un vero Piano Marshall per la realizzazione di nuove infrastrutture idrauliche, piano al quale, per quanto di competenza del Veneto, siamo già al lavoro”.

Le altre misure dell’ordinanza

L’ordinanza prevede, tra l’altro, di incaricare i sindaci, sentiti i Consorzi, di attivare con urgenza campagne di informazione sull’uso accorto della risorsa idrica; di demandare alla Direzione Difesa del Suolo e della Costa ogni sforzo per garantire una sufficiente vivificazione dei canali; di adottare misure di contenimento dei prelievi da acque sotterranee per gli usi non prioritari. Mira inoltre a promuovere campagne d’informazione per l’uso accorto della risorsa idrica rivolte in particolare ai titolari di concessione per auto-approvvigionamento per usi non prioritari; di predisporre Piani di emergenza per l’approvvigionamento potabile come interconnessione delle reti, approvvigionamento con autobotti, interventi di riduzione delle perdite; di verificare la possibilità di orientare la gestione degli invasi promuovendo l’accumulo; di programmare, da parte del Consorzio Delta Po, la predisposizione della barriera alla risalita del cuneo salino sul fiume Adige. Infine prevede di introdurre l’obbligo di analisi qualitative periodiche della risorsa idrica emunta dai pozzi per verificare che, di fronte all’attuale carenza idrica, siano garantiti i requisiti di potabilità per il consumo umano.

Falde ai minimi in Veneto

Alla fine di febbraio – riporta il bollettino dell’Anbi – gli invasi acquiferi sui due bacini principali del Veneto, quello dell’Adige e quello del Piave, erano in deficit del 33 e del 59% rispetto alla media. Nel mese di febbraio, segnala la sezione veneta dell’Associazione nazionale Bonifiche e Irrigazioni, sono caduti sul territorio regionale soltanto 3 millimetri di pioggia, il 96% in meno rispetto alla media storica. Le falde sono tutte al minimo. “Praticamente tutti gli acquiferi del Veneto – riporta il bollettino – sono allo zero percentile. In altre parole, non si sono mai registrate rilevazioni così drammatiche”.

Oltre alle scarse precipitazioni, sono state registrate anche temperature elevate nel mese tipicamente più invernale. Questo, nella seconda parte di febbraio, ha favorito la fusione del manto nevoso lungo i versanti soleggiati. Secondo rilevazioni dell’agenzia ambientale Arpav dall’1 ottobre a fine febbraio, le nevicate hanno avuto un deficit del 32% sulle Dolomiti, e del 20% nelle Prealpi. Quanto agli invasi dei bacini fluviali, quello dell’Adige ha ‘immagazzinati’ 129 milioni di metri cubi d’acqua, quello del Piave 99 milioni di metri cubi.

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