A marzo sono scesi finora in Veneto 17 millimetri di pioggia, un valore che mette in allarme la Regione. ” E’ tempo di agire e di puntare sulla tecnologia”. afferma il presidente del Veneto, Luca Zaia, alla vigilia delle celebrazione della Giornata Mondiale dell’Acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992. . “Marzo – osserva Zaia – è fra i mesi più piovosi dell’anno secondo gli esperti meteorologi, ma non lo è più da tempo. Purtroppo, infatti, soprattutto negli ultimi anni, si è registrato un drastico calo delle precipitazioni, sia a marzo che negli altri mesi. Arpav, braccio operativo della Regione del Veneto, ci informa, ad esempio, che nel corso dei primi venti giorni di marzo, in Veneto, sono caduti mediamente poco più di 17 mm di precipitazioni contro una media mensile di 65 mm: significa quindi che a metà mese risulta caduto solo il 25% degli apporti attesi a fine marzo.”
“Una situazione preoccupante – rileva – che è simile a quella che abbiamo registrato lo scorso anno con un quantitativo medio mensile di 13 mm circa. A febbraio le precipitazioni in Veneto si erano fermate alla quantità, irrisoria, di 3 mm di pioggia, contro la media del periodo 1994-2022 che è di 60 millimetri. È tempo di fare qualcosa: lamentarsi dicendo che siamo vittime della siccità non risolve il problema”.
“Il Veneto – ribadisce – potrebbe diventare un faro in questa grande ricerca e sete di acqua che incombe non solo in questo territorio ma in tutta la nazione e oltre confine, a causa dei cambiamenti climatici. Può essere un polo di innovazione di nuovi sistemi tecnologici all’avanguardia, sviluppati da tempo anche in altri Paesi. Le nuove tecnologie potrebbero riguardare l’ irrigazione, il monitoraggio satellitare delle fonti idriche, la ricerca scientifica per produzioni agroalimentari a più basso consumo d’acqua”.