Tanta paura nella notte per il terremoto magnitudo 4.6 registrato dalle stazioni della Rete Sismica Nazionale in Molise, alle 23:52, con epicentro a 2 km da Montagano, a circa 10 km a Sud di Campobasso, con ipocentro a circa 23 km. Dalle verifiche effettuate dalla Protezione civile e dai Vigili del Fuoco, però, non si registrano fortunatamente feriti o danni gravi agli edifici. “Al momento non abbiamo registrato danni alle persone o alle cose. Siamo in costante monitoraggio sull’evolvere della situazione e in contatto con i sindaci dei comuni interessati,” ha dichiarato a Rainews24 il direttore della Protezione civile del Molise, Manuel Brasiello. “La nostra è una zona sismica e spesso si verificano condizioni di questo tipo. Nella giornata di ieri sono state registrate scosse un po’ più forti del normale. E’ una situazione che dobbiamo tenere sotto controllo e la stiamo monitorando“. “Per fortuna la profondità della scossa di ieri sera è stata importante e questo ha determinato in superfice una condizione più favorevole,” ha sottolineato Brasiello.
“Da un primo giro di ricognizione la situazione sembra per fortuna buona: non si segnalano danni particolari. Le verifiche dovranno essere fatte in modo più approfondito, ovviamente. Molti sono scesi in strada: c’è stata tanta paura“: sono le parole del sindaco di Montagano, Giuseppe Tullo, dopo la scossa di terremoto il cui epicentro è stato localizzato nell’area. “La scossa è stata avvertita molto forte. Le scuole della zona, Petrella, Matrice, e la nostra materna saranno chiuse“.
Il sisma è stato ampiamente avvertito in una vasta area dell’Italia centro meridionale, in particolare in Campania, Puglia, Lazio e Abruzzo.
Le scuole di Campobasso e di molti comuni vicini all’epicentro rimarranno chiuse oggi per in via precauzionale, per consentire di effettuale le opportune verifiche. Ordinanze di chiusura, in dettaglio a: Campobasso, Bonefro, Busso, Campolieto, Casacalenda, Castelmauro, Castropignano, Colletorto, Ferrazzano, Frosolone, Gambatesa, Gildone, Guardialfiera, Guglionesi, Jelsi, Larino, Limosano, Lucito, Matrice, Mirabello Sannitico, Monacilioni, Montagano, Montecilfone, Montefalcone del Sannio, Montenero di Bisaccia, Morrone del Sannio, Palata, Petacciato, Petrella Tifernina, Pietracatella, Riccia, Ripabottoni, Ripalimosani, Roccavivara, San Giuliano di Puglia, Santa Croce di Magliano, Sant’Elia a Pianisi, Termoli, Torella del Sannio, Trivento.
Da alcuni giorni in Molise sono state avvertite dalla popolazione scosse di terremoto di lieve entità. La più forte, magnitudo 3.1, è stata rilevata ieri alle 02:20 con epicentro a Sant’Elia a Pianisi (Campobasso), preceduta da una sequenza sismica, il 24 marzo, di 8 scosse tra Sant’Elia e Ripabottoni.
La scossa della notte è l’ennesima riprova di un periodo irrequieto nel sottosuolo del Molise: negli ultimi 5-6 anni più volte la terra ha tremato gettando gli abitanti in forte preoccupazione. In tempi recenti, che iniziano con il sisma di magnitudo 4.2 del 25 aprile 2017 ad Acquaviva del Sannio, e proseguono con quello di 4.7 del ferragosto 2018 in zona Montecilfone, poi con il sisma 5.1 della zona di Guglionesi e Acquaviva solo due giorni dopo, svariati comuni molisani hanno registrato scosse che hanno superato magnitudo 3. Si tratta di Baranello, Sant’Elia a Pianisi, Pietracatella, Guardialfiera, Rotello, Ripabottoni, Bonefro, oltre alle scosse nell’Adriatico.
Terremoto a Campobasso, l’analisi INGV
L’evento di ieri sera è avvenuto “in un’area caratterizzata da una sismicità frequente con diverse sequenze sismiche avvenute nel 2002, 2013, 2016 e nel 2018,” spiega l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
A Nord/Est dell’area interessata dal terremoto, “c’è la sequenza del 2002 iniziata con gli eventi del 31 ottobre e 1 novembre. Negli ultimi 7 giorni l’area interessata dal terremoto del 2002, tra Ripabottoni e Sant’Elia Appianisi, ha avuto 16 eventi, tutti di magnitudo inferiore a 3.0, tranne quello che è stato localizzato il 28 marzo alle ore 02:20 italiane di magnitudo 3.1. Più a Nord c’è la sequenza del 2018 con evento più forte di magnitudo 5.1. A Sud, a poca distanza dall’area epicentrale di questa sera, è presente una sequenza sismica avvenuta a gennaio 2016, il cui evento principale ha avuto magnitudo pari Mw 4.3“.
Storicamente quest’area ha risentito gli effetti di terremoti avvenuti con epicentro prossimo a quello di ieri: dal Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI15) “notiamo che, oltre i terremoti del 2002, i principali eventi dell’area sono quello del 4 ottobre 1913 di magnitudo Mw 5.3, con epicentro a sud della città di Campobasso, e il forte terremoto del 1805 di magnitudo Mw 6.7. Questo terremoto colpì una vasta area dell’Italia centro-meridionale ed ebbe effetti distruttivi nell’area pedemontana del Matese. La scossa fu disastrosa per una trentina di paesi e villaggi del vallo di Bojano e della pianura che si stende da Isernia a Campobasso: 8 villaggi risultarono totalmente distrutti; a Bojano, San Massimo, Campochiaro e Castelpetroso, centri caratterizzati da differenze altimetriche, crollò parzialmente la parte bassa degli abitati. Campobasso e Isernia subirono crolli e danni gravissimi“.
La pericolosità sismica di questa area “è considerata alta“. Terremoti anche più forti di quello avvenuto ieri “sono possibili per quanto la probabilità che si verifichino, ovvero la frequenza, non è particolarmente alta“.
La mappa di scuotimento (SHAKE MAP) dell’evento di stanotte “calcolata dai dati delle reti sismiche e accelerometriche INGV e DPC mostra dei livelli di scuotimento fino al V grado MCS“.
Questo terremoto “è stato ampiamente risentito non solo in Molise, con particolare rilevanza a Campobasso, ma anche in una vasta area dell’Italia centro meridionale. Risentimenti diffusi sono evidenti infatti nelle Regioni confinanti come Campania, Puglia, Lazio e Abruzzo. Dai dati raccolti dai questionari inviati finora a “Hai sentito il terremoto?”, risultano risentimenti stimati, al momento, fino al V grado MCS,” conclude l’INGV.