Un mese dopo i devastanti terremoti che hanno colpito Siria e Turchia, in cui hanno perso la vita più di 50mila persone e più di 100mila sono rimaste ferite, migliaia di famiglie vivono ancora in rifugi temporanei e faticano a procurarsi cibo e altri beni essenziali. Questo l’allarme lanciato da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro.
I terremoti del 6 e del 20 febbraio hanno colpito 24,4 milioni di persone, tra cui 6,2 milioni di bambine e bambini. Le successive scosse di assestamento hanno causato altri sfollamenti e aggravato ulteriormente i bisogni delle comunità colpite.
Amani, 26 anni, e la sua famiglia di quattro persone hanno perso la loro casa nel governatorato regionale di Aleppo, in Siria. Amani ha usato il suo corpo per proteggere il figlio Ahmad* di 12 anni. È rimasta intrappolata con il marito e i due figli sotto le macerie per quattro ore prima di essere salvata. Amani e suo marito si stanno ancora riprendendo dalle ferite riportate e la famiglia vive ora in tende fornite da un’organizzazione partner di Save the Children. “Mia figlia non dorme più. Urla e grida, pensando di essere ancora sotto le macerie. Rivive ancora il momento in cui eravamo lì. Abbiamo perso tutti i nostri averi, ora ho solo una coperta. Abbiamo bisogno di tutto. Questo momento è molto difficile per noi“, ha raccontato Amani.
Le famiglie colpite dal terremoto trovano difficoltà anche a procurarsi cibo perché ce n’è poco nei mercati locali, anche a causa dell’aumento dei prezzi dei prodotti più richiesti. In alcuni distretti della Siria settentrionale fortemente colpiti dal terremoto, come Harim, Jandaris e Sheikh Al-Hadid, c’è una disponibilità limitata o nulla di generi alimentari di base.
“Questa è una crisi nella crisi. I terremoti hanno devastato aree in cui i bambini e le loro famiglie stavano già affrontando enormi difficoltà a causa di 12 anni di conflitto e crisi economica”, ha dichiarato Kathryn Achilles, Direttore di Advocacy, Media e Comunicazione di Save the Children Siria. “La maggior parte delle famiglie che sono state colpite più duramente sono già state costrette a fuggire dalle loro case più volte e hanno sopportato condizioni di vita difficili. Non c’è tempo da perdere, è fondamentale aiutarle a ricostruire le loro vite ora“.
In Turchia, la maggior parte delle famiglie sfollate e rimaste senza casa a causa del terremoto – si stima che siano 2,2 milioni – in questo momento lottano per sopravvivere. Centinaia di insediamenti, costituiti da tende o container prefabbricati, sono stati allestiti in tutta Hatay e in altre province colpite dal terremoto, perché le famiglie che non sanno dove andare.
Melis, 35 anni, suo marito e le loro due figlie si trovano al momento in tenda, in un villaggio alla periferia di Antakya, dopo che la loro casa è stata ridotta in macerie dal terremoto. “Non possiamo lasciare la nostra città natale. Sia io che mio marito abbiamo il nostro lavoro qui, quindi dobbiamo restare. Per questo vorremmo trasferirci in un container il prima possibile e provare a sopravvivere, in qualche modo“, ha detto Melis. “Non abbiamo più parenti. Abbiamo perso i nostri amici più cari. Non so come sarà la nostra vita ora. Abbiamo perso la fiducia in noi stessi e temiamo per il futuro della nostra famiglia“.
Le continue repliche impediscono anche alle persone le cui case non sono state danneggiate dal sisma di rientrare, aumentando il numero di sfollati che hanno bisogno di riparo e assistenza.
“Stiamo assistendo a un numero sempre maggiore di persone che si riuniscono nei campi, già sovraffollati”, ha dichiarato Ayse Kocak, Responsabile di zona di Save the Children nella provincia di Hatay. “Nei pressi di Antakya, in alcuni casi, tre o quattro famiglie vivono in una sola tenda. Molti non hanno acqua pulita o strutture per lavare i vestiti. Alcune famiglie ci hanno detto che stanno lottando persino per procurarsi la farina per fare il pane. Stiamo lottando contro il tempo per evitare gli impatti secondari dei terremoti. Il mondo deve farsi avanti e fornire un sostegno internazionale immediato“, ha concluso Ayse Kocak.
Save the Children sta rispondendo all’emergenza con i partner locali, fornendo assistenza urgente e salvavita sia in Turchia che in Siria, dove finora ha raggiunto più di 165mila persone.
In Turchia, Save the Children sta sostenendo i bambini e le loro famiglie in alcune delle province più colpite, come Hatay e Gaziantep. L’Organizzazione sta lavorando con partner locali e in stretto coordinamento con il governo per sostenere la risposta all’emergenza nazionale, fornendo acqua, tende, coperte, materassi, pannolini, prodotti sanitari, stufe, legna da ardere e indumenti caldi. Inoltre, i nostri operatori stanno facendo in modo che i bambini e le loro famiglie possano mantenersi sani e protetti da malattie e disturbi, fornendo acqua potabile e articoli essenziali per l’igiene e i servizi igienici.