Tsunami Giappone: le straordinarie storie di oggetti dispersi | FOTO

Negli anni successivi al disastro del terremoto e dello tsunami in Giappone sono state raccontate storie straordinarie di oggetti che si sono arenati su coste lontane, riuniti dopo anni ai loro proprietari
ingv detriti giappone
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Si legge in un articolo pubblicato sulla pagina INGVterremoti, a cura di Alessandro Amato e Silvia Filosa, studiosi del Centro Allerta Tsunami, la testimonianza di diversi ritrovamenti di detriti in seguito il terremoto e lo tsunami del 2011 che colpì  il Giappone. “Sono trascorsi dodici anni dal terremoto e dallo tsunami dell’11 marzo 2011, avvenuti a largo delle coste di Honshū, in Giappone, il cui ricordo è ancora indelebile nella memoria di tutti. Il terremoto ha avuto magnitudo 9.1 e ha generato inondazioni alte fino a 40 metri. La regione più colpita fu quella di Tohoku, da cui prese il nome questo evento, uno dei cinque terremoti più forti al mondo dal 1900 e il più forte registrato in Giappone. I danni maggiori furono causati dallo tsunami che seguì il terremoto, a partire da pochi fino a decine di minuti dopo le ore 14:46.”

“Lo tsunami raggiunse le coste di tutti i Paesi prospicienti l’Oceano Pacifico. A Coquimbo in Cile, a oltre 16 mila km di distanza, arrivarono onde di oltre due metri; a Crescent City in California, a 7500 km di distanza, si registrarono run-up di oltre due metri e mezzo. Anche in Russia, Sud America, Hawaii e Stati Uniti si osservarono run-up fino a 2 metri. Il disastro causò la morte di quasi 16 mila persone e la dispersione in mare di un’enorme quantità di materiali. Circa 20 milioni di tonnellate di detriti, secondo le stime del governo giapponese, si riversarono nelle acque dell’oceano.”

“La maggior parte di questi affondarono, ma una parte, a distanza di anni dallo tsunami, ha raggiunto le coste del Nord America, dall’Alaska alla California, e alle isole Hawaii. Negli anni successivi al disastro sono state raccontate delle storie straordinarie di oggetti che si sono arenati su coste lontane, e alcuni dei quali si sono poi riuniti ai loro proprietari.”

La storia di una Harley-Davidson

Una moto Harley-Davidson è stata ritrovata in Canada, a Graham Island nella Columbia Britannica, dentro il container che il suo proprietario giapponese, Ikio Yokohama, aveva usato per proteggerla.

Peter Mark, l’uomo che l’ha scoperta nell’aprile 2012, si è reso conto che la moto aveva una targa giapponese e ha pensato che potesse essere un detrito dello tsunami andato alla deriva, e così è riuscito a rintracciare il suo proprietario. Dopo aver preso in considerazione le offerte di rispedire la moto in Giappone per restaurarla, il suo proprietario ha deciso di esporla al Museo Harley-Davidson di Milwaukee, negli Stati Uniti, come ricordo di coloro le cui vite sono state travolte dal disastro. Il signor Yokoyama ha perso diversi membri della sua famiglia a causa dello tsunami.

La storia di un Cartello di un villaggio

Il villaggio di Tanohata è stato devastato dal terremoto e dallo tsunami del 2011. Gran parte della città, nella prefettura di Iwate, è stata spazzata via dall’oceano. Tra quel mare di detriti c’era anche un’insegna di legno lunga quasi tre metri, che portava il nome dell’edificio da cui proveniva: “abitazione del villaggio di Shimanokoshi”.

Il cartello è stato ritrovato nell’ottobre 2013, a circa 6 mila km di distanza, sulla spiaggia di Kahuku, sull’isola di Oahu, nelle Hawaii. Nel luglio 2014 è stato riportato a casa in aereo. Con il suo ritorno, gli abitanti del villaggio “stanno lentamente ma inesorabilmente camminando sulla strada della guarigione come un corpo unito”, ha detto il sindaco, Hiroshi Ishihara. Il villaggio ha esposto il cartello come monito per le generazioni future.

La storia di un pallone da calcio

Misaki Murakami, un ragazzo di 16 anni, ha perso tutto ciò che possedeva quando lo tsunami ha spazzato via la sua casa a Rikuzentakata.

Ma poco più di un anno dopo, sulle coste di Middleton Island, in Alaska, David e Yumi Baxter hanno trovato un pallone da calcio che era stato regalato a Misaki dai compagni di classe quando diversi anni prima aveva cambiato scuola. La signora Baxter, di origine giapponese, è riuscita a tradurre il nome, la scuola e il messaggio di “buona fortuna” che era scritto sul pallone, aiutando a ricongiungerlo al suo proprietario.

“Sono rimasto scioccato, non ho ancora recuperato nessuno dei miei effetti personali, quindi sono davvero felice di ricevere questo”, ha detto Misaki dopo aver recuperato il pallone.

La storia di una barca a remi

Una barca a remi è stata ritrovata il 7 aprile 2013 sulle coste di Crescent City, in California. L’imbarcazione, chiamata Kamome (Gabbiano), apparteneva ad una scuola superiore di Rikuzentakata in Giappone, che era stata completamente rasa al suolo dallo tsunami del 2011. Ripulendola dai crostacei marini che la ricoprivano completamente, gli studenti della Del Norte High School in California hanno collaborato con i funzionari in Giappone e negli Stati Uniti per spedirla a casa.

Le due scuole hanno organizzato visite di scambio e sono diventate formalmente scuole gemellate. La storia della barca e i legami che ha contribuito a creare sono stati raccontati in un libro illustrato per bambini, pubblicato in giapponese e in inglese.

La storia di una nave fantasma

Un detrito particolarmente visibile, ma che non è stato possibile recuperare, è la “nave fantasma” avvistata per la prima volta al largo delle coste della provincia canadese della British Columbia il 23 marzo 2012, mentre andava lentamente alla deriva, senza equipaggio, in un canale di navigazione marittimo.

A causa del rischio che il peschereccio “Ryou-Un Maru”, con i suoi 50 metri di lunghezza, rappresentava per le altre imbarcazioni, le autorità non hanno avuto altra scelta che quella di affondarlo. Il peschereccio è stato affondato a circa 314 km da Sitka, in Alaska, dopo essere stato colpito da diversi colpi di un cannone navale.

Il Programma Detriti Marini, Marine Debris Program (MDP) del NOAA, il National Oceanic and Atmospheric Administration, venne istituito nel 2006 con l’obiettivo di prevenire, identificare e ridurre la presenza di detriti marini negli oceani e sulle sue coste e conservarne le risorse naturali.

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