Clima, tutti i paradossi e le contraddizioni dei catastrofisti del riscaldamento globale

Clima, i dati scientifici dimostrano che l'allarmismo catastrofista su riscaldamento globale e cambiamento climatico è assolutamente ingiustificato. Paradossi e contraddizioni smascherati dal prof. Franco Battaglia
MeteoWeb

Su “La Verità” del 18 aprile 2023 abbiamo letto un articolo (a firma di Franco Battaglia) titolato “Le procure indaghino sui responsabili morali degli atti di eco-vandalismo“, talmente interessante che ci sembra degno di commento specifico. In esso l’Autore sostiene che agli eco-vandali di Ultima Generazione, recentemente indagati dalla Digos di Padova, andrebbe riconosciuta l’attenuante di essere, essi, vittime di responsabili morali ben più importanti: addirittura le Nazioni Unite o, più precisamente, il Comitato Onu sui cambiamenti climatici (Ipcc). A sostegno della propria tesi l’Autore dell’articolo fa riferimento ai Summary for Policymakers che l’Ipcc appronta per, appunto, riassumere, a uso dei Capi di Stato, il contenuto dei propri corposi Rapporti. Orbene, scrive Franco Battaglia, questi Riassunti sono predisposti apposta per infondere terrore, per cui nessuna meraviglia che giovani inesperti, convinti dal contenuto dei Riassunti, che la loro è l’ultima generazione votata all’estinzione, “escano fuori di testa ed entrino nel panico” mettendo in atto azioni dissennate e violente.

A dimostrazione della propria tesi l’autore porta l’esempio di un grafico presente nel Summary, e che è contraddittorio sia internamente sia rispetto al contenuto dei Rapporti corposi, un grafico tutto proteso a infondere allarme. Nell’articolo il grafico non è riportato, ma noi lo abbiamo recuperato e ve lo mostriamo, assieme alle considerazioni dell’Autore. Il grafico è il seguente.

emissioni anidride carbonica riscaldamento globale
Ogni tonnellata di emissioni di anidride carbonica fa aumentare il riscaldamento. L’incremento della temperatura globale dal 1850 a oggi in funzione delle emissioni cumulative di anidride carbonica (in Giga-tonnellate). La relazione quasi lineare tra anidride carbonica e temperatura in 5 scenari fino al 2050

Ed ecco le contraddizioni.

  1. Vi è contraddizione tra il titolo della figura e la figura stessa. Nei quarant’anni 1940-80 (nella figura in corrispondenza all’intervallo 500-1000 Gt di CO2), le temperature globali non aumentavano. Anzi, se si espande la porzione di figura dell’intervallo 1940-80, si vede bene che esso fu un periodo di global cooling (tant’è che negli anni Settanta del secolo scorso v’era allarme per una imminente era glaciale). Eppure in quegli anni furono immessi diversi miliardi di tonnellate di CO2. La circostanza è in palese contraddizione col titolone della figura, secondo cui “ogni tonnellata di emissioni aumenta il riscaldamento globale“. All’occhio inesperto dei bambini Gretini e dei giovani di UG, ciò che rimane impresso è il titolone.
  2. Gli occhi inesperti leggono nella figura una relazione di causa-effetto tra aumento di temperatura ed emissioni di CO2. Ma i Rapporti Ipcc raccontano un’altra storia. Essi ci dicono che v’è probabilità del 65% che l’attuale riscaldamento sia antropico (e quindi 35% che sia naturale) e, inoltre, che del contributo antropico solo circa la metà è addebitabile alla CO2. Il messaggio della figura è fuorviante: induce Gretini e UG (e anche i politici) a chiedere che si smetta di usare i combustibili fossili.
  3. L’asse orizzontale della figura comincia nel 1850, cioè da quando sono iniziate le emissioni di CO2, e fa intendere che senza di esse non vi sarebbe stato alcun riscaldamento globale. Se però l’asse orizzontale fosse cominciato nel 1700 (cioè al minimo della Piccola era glaciale), si sarebbero osservati altri precedenti 150 anni di riscaldamento globale. Cioè negli anni 1700-1850 ci fu, in assenza di emissioni, un riscaldamento anche superiore a quello degli anni 1850-2000. La figura del Summary qui riportata racconta allora solo metà della verità.
  4. La porzione della figura che avanza proiezioni per il futuro fino al 2050 assume che la temperatura cresca in modo “quasi lineare” (così è scritto in figura) con la crescita della CO2 atmosferica. Ma la detta crescita – lo riconoscono anche i Rapporti dell’Ipcc – non è lineare ma, per specifica legge della fisica, è logaritmica. Scusate il tecnicismo, ma la cosa è importante e significa questo: se ipotizziamo che al 2100 le emissioni avranno portato la concentrazione atmosferica di CO2 a 900 ppm (parti per milione), per allora la temperatura sarà 3°C maggiore di quella odierna se la crescita fosse lineare, ma sarà di circa solo 1°C maggiore di quella odierna se la crescita fosse (come per legge della fisica è) logaritmica. E questo sempre nell’ipotesi che a governare il clima sia solo la CO2 antropica, cosa che, peraltro, di tutta evidenza non è, giacché negli anni 1940-80 quando la CO2 cresceva le temperature diminuivano, e giacché le temperature aumentavano anche quando non v’erano emissioni (1700-1850).

Un’ultima interessante osservazione dell’Autore è la seguente, e la citiamo così com’è nell’articolo citato. “Nel 1988 le Nazioni Unite conferirono all’Ipcc il mandato di esaminare ‘lo stato delle conoscenze della scienza del clima e dei cambiamenti climatici’, un mandato espresso a causa della ‘preoccupazione per il fatto che le attività umane potrebbero cambiare il clima globale, minacciando le generazioni presenti e future‘. Scrissero ‘presenti e future’, non soltanto ‘future’, parola, quest’ultima, che da sola avrebbe comportato una preoccupazione vaga e, comunque, indefinita nel tempo. No: la preoccupazione dell’Onu era quella di una minaccia indubbiamente imminente“. Ma sono passati 35 anni, e infatti Battaglia continua: “di tutta evidenza né la generazione del 1988, né la successiva (che è trascorsa tutta), né quella ancora successiva (che è quella tuttora in pieno corso) sono state in qualche modo colpite, nei 35 anni del periodo 1988-2023, da eventi climatici disastrosi che fossero, per intensità, numero o frequenza, superiori ad analoghi eventi nei 35 anni del periodo, che so, 1888-1923. Allora se vogliamo seguire la scienza, cioè il metodo scientifico, cioè se vogliamo badare ai fatti, solo ai fatti, possiamo dire che la preoccupazione di 35 anni fa era infondata, e qualunque cosa possa aver detto o scritto l’Ipcc in questi 35 anni è ridondante. Ma, anziché chiudere i battenti, l’Ipcc sta mantenendo il mandato del 1988, avendolo trasformato in un’industria di Rapporti perpetui, i cui Riassunti constano di 5-10 pagine specificamente progettate per allarmare“.

Nessuna meraviglia, quindi, che ci siano giovani che, così allarmati, “escano fuori di testa ed entrino nel panico, mettendo in atto azioni dissennate e violente“.

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