Il Servizio geologico colombiano (Sgc) ha confermato oggi la persistenza dell’ ‘allarme arancione’ riguardante una possibile eruzione del vulcano Nevado del Ruíz, precisando che tale livello di pericolo sarà in vigore nelle prossime settimane, data l’impossibilità di prevedere con certezza il fenomeno, che è accompagnato da una intensa attività sismica di basso livello. Da parte sua il direttore dell’Unità nazionale di gestione dei rischi della Colombia, Luis Fernando Velasco, ha indicato in un’intervista con la radio Rcn che “alcune zone turistiche sono state chiuse per motivi di sicurezza”, ribadendo che le persone che vivono vicino al vulcano devono rispettare le raccomandazioni delle autorità evacuando i territori, come già si è incominciato a fare.
Velasco ha chiarito che “una possibile eruzione potrebbe far esplodere detriti rocciosi in fiamme, che si trasformerebbero in proiettili mortali”, pericolosissimi per la popolazione. Per questo, ha poi detto, “le persone che vivono in un raggio di circa 15 chilometri dal vulcano sono le più a rischio, perché in caso di eruzione violenta o esplosiva, sarebbero colpite dai flussi piroclastici“. Nel suo bollettino informativo odierno il Sgc ha sottolineato che “continua la registrazione dell’attività sismica relativa al movimento dei fluidi all’interno dei condotti vulcanici, che è stata associata a emissioni di cenere confermate e degasaggio”. L’altezza massima della colonna di gas e/o cenere osservata, si dice infine, “è stata di 1.100 metri sulla bocca del cratere, e la direzione di dispersione della colonna era prevalentemente verso sud-ovest del vulcano”.