La trasmissione televisiva “Fuori dal coro” di Rete 4 andata in onda lo scorso 11 aprile ha portato alla luce un argomento scottante. Tutto parte da un carteggio di email tra l’ex ministro Roberto Speranza e la Procura. A marzo 2021 era stato disposto il sequestro di un lotto di vaccino AstraZeneca, a causa delle tante segnalazioni in merito alle reazioni avverse.
Il presidente di AIFA, Nicola Magrini, insieme al ministro Roberto Speranza, in quanto contrario alla sospensione del lotto, ha fatto evidenti pressioni alla Procura per fermare il sequestro. “Le chiederei, dopo un colloquio avuto con il ministro, di valutare se sospendere temporaneamente la sua richiesta di sequestro“. Così si legge in un’email al procuratore in data 11 marzo 2021.
Il sequestro del lotto del vaccino AstraZeneca
Queste pressioni sarebbero state giustificate dal fatto che AIFA avrebbe avuto bisogno di alcune “ore” per informarsi adeguatamente sulla connessione causale tra l’inoculazione del vaccino e la reazione farmacologica. Tuttavia, è risaputo che queste indagini richiedano nella realtà settimane, se non addirittura mesi.
La Procura, consapevole delle tempistiche reali, ha respinto ovviamente la richiesta. Difatti, ha spiegato l’importanza di agire nell’immediato, soprattutto in seguito ai due decessi di persone in giovane età appartenenti alle forze dell’ordine. Lo stesso Procuratore ha reso noto ad AIFA della gravità di un “tasso di mortalità anomalo“.
Il comportamento di AIFA
Inoltre il 21 marzo 2022, la Procura di Napoli richiede formalmente ad AIFA il numero esatto dei morti in seguito al vaccino. AIFA decide di limitarsi a comunicare solo il numero ufficiale dei casi, senza specificare per quanti di essi c’era un’effettiva correlazione con il vaccino.
AIFA era chiaramente consapevole che il dato effettivo era sottostimato e non aggiornato. In seguito, in un documento interno di AIFA risalente al 15 giugno 2022 si evince un dato allarmante. La percentuale di reazioni avverse ai vaccini nel 2021 supera il numero complessivo delle reazioni avverse a tutti i farmaci somministrati in Italia nello stesso anno. Questo non è mai stato pubblicato e non si conosceva prima della messa in onda del servizio di “Fuori dal coro”.