Claudio Descalzi, Flavio Cattaneo, Roberto Cingolani e Matteo del Fante: sono questi i nomi indicati dal governo per ricoprire l’incarico di Amministratore delegato rispettivamente di Eni, Enel, Leonardo e Poste Italiane. Alla guida di Eni resta Descalzi, Ad della compagnia energetica da maggio 2014. A essere riconfermato anche l’Ad di Poste, Matteo del Fante. Mentre tra i nuovi nomi troviamo quello di Cattaneo, attuale vicepresidente esecutivo di Italo – Nuovo Trasporto Viaggiatori SpA, per la guida di Enel, mentre per Leonardo viene indicato il nome dell’ex ministro della Transizione ecologica nel governo Draghi, Roberto Cingolani (che attualmente risiede nel Cda del Fondo Innovazione della Nato). Alla presidenza di Leonardo, va l’Ambasciatore Stefano Pontecorvo, gia’ Nato Senior Civilian Representative in Afghanistan, incarico in cui si e’ particolarmente distinto. Per la presidenza di Enel, il governo ha indicato Paolo Scaroni, per quella di Poste italiane Silvia Rovere e per quella di Eni il generale della Guardia di Finanza Giuseppe Zafarana.
Secondo quanto si legge in una nota del ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), con riferimento all’assemblea degli azionisti di Enel convocata per 10 maggio, il Mef – titolare del 23,59 per cento del capitale – ha depositato, di concerto con il ministero delle imprese e del made in Italy (Mimit), la seguente lista per la nomina del nuovo consiglio di amministrazione: Paolo Scaroni (presidente), Flavio Cattaneo (Amministratore delegato), Alessandro Zehenter (consigliere), Johanna Arbib Perugia (consigliere), Fiammetta Salmoni (consigliere), Olga Cuccurullo (consigliere). Con riferimento all’assemblea degli azionisti di Eni convocata per il 10 maggio, il Mef – titolare del 4,34 per cento del capitale e per il tramite della Cassa depositi e prestiti (partecipata all’82,77 per cento dal Mef) di un ulteriore 25,76 per cento – ha depositato, di concerto con il Mimit, la seguente lista per la nomina del nuovo consiglio di amministrazione: Giuseppe Zafarana (presidente), Claudio Descalzi (amministratore delegato), Cristina Sgubin (consigliere) , Elisa Baroncini (consigliere), Federica Seganti (consigliere), Roberto Ciciani (consigliere). Il nuovo collegio sindacale di Eni sara’ invece composto dai seguenti nominativi: Giulio Palazzo (effettivo), Andrea Parolini (effettivo), Marcella Caradonna (effettivo), Giulia de Martino (supplente), Riccardo Bonuccelli (supplente).
Invece, prosegue la nota, con riferimento all’assemblea degli azionisti di Leonardo convocata per il 9 maggio, il Mef – titolare del 30,2 per cento del capitale – ha depositato, di concerto con il Mimit, la seguente lista per la nomina del nuovo consiglio di amministrazione: Stefano Pontecorvo (presidente), Roberto Cingolani (amministratore delegato), Elena Vasco (consigliere), Enrica Giorgetti (consigliere), Francesco Macri’ (consigliere), Trifone Altieri (consigliere), Cristina Manara (consigliere), Marcello Sala (consigliere). All’assemblea degli azionisti di Poste italiane convocata per l’8 maggio, la lista consegnata dal Mef – titolare del 29,26 per cento del capitale e per il tramite di Cassa depositi e prestiti di un ulteriore 35 per cento – prevede un consiglio di amministrazione composto dai seguenti componenti: Silvia Rovere (presidente), Matteo del Fante (amministratore delegato), Wanda Ternau (consigliere), Matteo Petrella (consigliere), Paolo Marchioni (consigliere), Valentina Gemignani (consigliere). “Il ministro dell’economia e delle finanze – conclude la nota – ringrazia i presidenti Lucia Calvosa, Michele Crisostomo, Luciano Carta, Bianca Maria Farina, gli amministratori delegati Francesco Starace e Alessandro Profumo e tutti i consiglieri di amministrazione uscenti per il lavoro svolto e i risultati ottenuti in questi anni dalle società”.
Chi è Roberto Cingolani, da fisico dei robot a ministro
Roberto Cingolani è il nuovo amministratore delegato di Leonardo. Classe 1961, cresce e studia a Bari, dove suo padre Aldo è docente di Fisica all’Università. Cingolani si laurea nel 1985 in Fisica nel capoluogo pugliese, poi si perfeziona a Pisa, a Stoccarda e in Giappone. Comincia la carriera accademica all’Università del Salento, a Lecce, con incarichi temporanei anche a Tokyo e negli Stati Uniti. Nel 2000 diventa ordinario di Fisica generale a Lecce e fonda il Laboratorio nazionale di Nanotecnologie. Svolge anche perizie per la procura di Roma sui casi di Marta Russo e di Unabomber. Nel 2005 diventa il primo direttore direttore scientifico del neonato Istituto italiano di tecnologia di Genova (Iit), incarico che tiene per 14 anni. Il centro di ricerca lavora soprattutto su scienza dei materiali, nanotecnologie e robotica: il suo prodotto più noto è il robottino iCub. Nel 2006 Cingolani viene nominato Commendatore. Ha al suo attivo oltre un migliaio di pubblicazioni su riviste internazionali e un centinaio di brevetti. Collabora alla nascita dello Human Tecnopole di Milano, l’istituto di ricerca per il dopo-Expo. Nel 2019 passa a Leonardo come responsabile Tecnologie e Innovazione. Nel febbraio del 2021 viene chiamato da Mario Draghi a ricoprire l’incarico di ministro della Transizione ecologica, che raccoglie le competenze dell’ambiente e dell’energia. Cingolani si trova a dover gestire la crisi energetica scoppiata dopo la guerra con l’Ucraina. Fa infuriare gli ambientalisti quando definisce il metano un buon strumento per la trasizione ecologica e si dice favorevole al nucleare di ultima generazione. Dopo le elezioni del 2022, Giorgia Meloni prova a convincerlo a rimanere ministro, ma ottiene solo che resti come consulente per l’energia di Palazzo Chigi. In questa veste, assiste per qualche mese il suo successore Gilberto Pichetto, in particolare sul dossier del price cap sul gas. Sposato due volte, ha tre figli. E’ appassionato di moto, ciclismo, musica e lettura. (ANSA). SEC 2023-04-12 20:08 S0A QBXB ECO
Chi è Stefano Pontecorvo, a Leonardo dopo una carriera da diplomatico
Nato a Bangkok, in Thailandia, il 17 febbraio del 1957, Stefano Pontecorvo, appena nominato presidente del consiglio d’amministrazione di Leonardo, vanta una lunga esperienza nelle relazioni internazionali e nelle diplomazie mondiali. E’ infatti entrato nella carriera diplomatica nel 1985. Dal 2013 al 2015 ha invece lavorato in qualità di consigliere diplomatico del ministro della Difesa italiano, operando su questioni politico-militari della Nato, incluso l’Afghanistan. Tra i suoi precedenti incarichi figurano anche quello di vice capo missione presso le ambasciate d’Italia a Londra e Mosca. Stefano Pontecorvo come diplomatico con grande esperienza ha anche operato nelle regioni più calde, già ambasciatore d’Italia in Pakistan, dal giugno del 2020 è Senior civilian representative della Nato in Afghanistan su nomina del segretario generale dell’Organizzazione militare atlantica, Jens Stoltenberg.
Chi è Flavio Cattaneo, il supermanager alla guida dell’Enel
Flavio Cattaneo, classe 1963, è nato a Rho, nell’hinterland di Milano, e si è laureato in Architettura al Politecnico del capoluogo lombardo. Si specializza alla Bocconi in mangement immobiliare e nel 1989 costituisce un’impresa edile. Nel 1999 diventa Commissario dell’Ente Fiera di Milano: la trasforma in Spa e rimane lì come amministratore delegato fino al 2003. Il governo Berlusconi in quell’anno lo nomina direttore generale della Rai. Cattaneo rimette a posto i conti e raggiunge un utile record. Nel 2005 passa a Terna (la società pubblica della rete elettrica) come amministratore delegato. Ci rimane per 3 mandati consecutivi, fino al 2014, vincendo premi come miglior manager e per la migliore utility. Dopo quell’esperienza, entra nel consiglio di amministrazione di Ntv, la compagnia privata dei treni ad alta velocità. Nel 2015 ne diventa amministratore delegato. Si dimette l’anno seguente, dopo aver chiuso il primo bilancio in attivo. Nel frattempo è diventato consigliere di amministrazione di Generali e Cementir e presidente di Domus Italia, società immobiliare del gruppo di Francesco Gaetano Caltagirone. Dal 2016 al 2017 è amministratore delegato di Telecom, e viene nominato manager dell’anno in un sondaggio di Milano Finanza. Quindi torna a Ntv (che ora si chiama Italo) con la stessa carica. Nel 2018 cura la cessione della società a Gip, e ci rimane dentro come azionista e vicepresidente esecutivo. Nel 2021 fonda la società di trasporto passeggeri su gomma Itabus, di cui è anche azionista di controllo. Dal 2022 è di nuovo consigliere di Generali. Cavaliere del lavoro, ha avuto due figli dalla prima moglie, e nel 2011 si è risposato con l’attrice Sabrina Ferilli.
Chi è Paolo Scaroni, all’Enel dopo la lunga esperienza all’Eni
Attualmente presidente del Milan e vicepresidente della banca d’investimento Rothschild & Co., Paolo Scaroni è il manager conosciuto soprattutto per la sua lunga carriera alla guida dell’Eni dal 2005 al 2014. Nove anni di decisioni che hanno orientato verso la Russia l’approvvigionamento energetico italiano e che ancora oggi sollevano per questo qualche polemica. Vicentino, 76 anni, bocconiano, si forma da McKinsey e per vent’anni guida diverse multinazionali all’estero senza, però, rimanere immune alle vicende italiane. Nel 2002 il secondo governo Berlusconi lo chiama a dirigere l’Enel. Nel suo primo incarico in un’azienda di Stato, Scaroni si concentra sul core business, cede la controllata Wind e inizia una graduale espansione all’estero, in particolare nell’Est Europa. Tre anni dopo compie il salto nel settore del petrolio e del gas, come Ad di Eni. E’ nei primi anni che lavora all’accordo che nel 2007 porterà al maxi contratto con Gazprom. Grande sostenitore del gasdotto South Stream, che avrebbe dovuto portare il gas russo in Europa aggirando l’Ucraina, con Scaroni l’Eni partecipò anche all’asta per gli asset della ex Yukos, il colosso energetico russo smembrato a metà degli anni 2000. Dopo il 2008, con Scaroni partì anche la forte scommessa sull’esplorazione, sotto la guida dell’attuale Ad di Eni Claudio Descalzi.
Chi è Claudio Descalzi, per la quarta volta alla guida dell’Eni
Amministratore delegato di Eni da maggio 2014, Claudio Descalzi viene confermato alla guida del gruppo per altri tre anni e arriva al suo quarto mandato. Con il governo Draghi prima e con l’attuale presidente del consiglio, Giorgia Meloni poi, è stato protagonista dei recenti accordi internazionali per diversificare le fonti di approvvigionamento di gas ed emancipare l’Italia dalla dipendenza russa. La sua è una lunga carriera all’interno del cane a sei zampe, dove opera con ruoli diversi da oltre 30 anni. Il suo percorso prende avvio nel 1981, quando viene chiamato a ricoprire l’incarico di ingegnere di giacimento. Seguono una serie di cariche di crescente importanza: responsabile delle attività operative e di giacimento in Italia (1990), viene successivamente nominato managing director della consociata di Eni in Congo (1994-1998) e vice presidente di quella in Nigeria. Nel 2005 passa alla divisione Exploration & Production, inizialmente come vice direttore generale e in seguito come chief operating officer. Dal 2008 al 2014 è presidente di Assomineraria e dal 2010 al 2014 lo è anche di Eni UK. Classe 1955, laureato in fisica presso l’Università degli Studi di Milano, nel 2014 Descalzi viene indicato dal governo Renzi per il ruolo di amministratore delegato. Nel 2017 viene confermato dal governo Gentiloni e nel 2020 viene nominato per la terza volta anche dal Conte II. Sotto la sua guida Eni ha partecipato al progetto di fusione a confinamento magnetico del Mit, ha puntato con decisione verso i biocarburanti e le rinnovabili, con l’impegno di raggiungere la decarbonizzazione di tutti i prodotti e processi aziendali entro il 2050.
Chi è Giuseppe Zafarana, il nuovo Presidente ENI che arriva dalla Finanza
Il nuovo presidente di Eni Giuseppe Zafarana arriva dalla Guardia di Finanza, dove è approdato 42 anni fa e dove ha ricoperto diversi incarichi operativi e di stato maggiore fino ad arrivare alla guida del Corpo: nominato comandante generale il 25 maggio del 2019, il suo mandato sarebbe scaduto a maggio di quest’anno, dopo una proroga di un anno decisa dal governo di Mario Draghi. Piacentino, 60 anni, Zafarana è entrato in accademia nel 1981 con l’81/esimo corso e in servizio 4 anni dopo, per poi girare l’Italia, tra incarichi operativi e di staff, tra Veneto, Calabria, Sicilia e Lazio. Il suo primo comando è stata la tenenza di Conegliano Veneto (dal 1985 al 1987), seguita da quella di Lamezia Terme. Nel corso della carriera ha assunto diversi incarichi nei reparti investigativi del Corpo tra i quali il nucleo centrale di polizia tributaria e quello di polizia tributaria di Palermo. Dal 2003 al 2008 è stato comandante provinciale di Roma, l’anno successivo ha diretto l’ufficio personale ufficiali e per altri 4 anni, dal 2009 al 2013, ha guidato il I reparto del comando generale. Tra il 2015 e il 2016 è stato il comandante regionale della Lombardia, per poi assumere l’incarico di capo di Stato Maggiore del comando Generale della Guardia di Finanza. Prima di diventare comandante generale, ha guidato il comando interregionale dell’Italia centrale. Due lauree, in giurisprudenza e scienze della sicurezza economico-finanziaria e un master alla Bocconi, il generale Zafarana è cavaliere di gran croce dell’ordine al merito della Repubblica italiana e ha svolto nel corso della sua lunga carriera attività d’insegnamento in tutti gli istituti di formazione del Corpo.
Chi è Matteo Del Fante, il manager che ha trasformato le Poste
L’immagine simbolo di due mandati alla guida di Poste Italiane è, per Matteo Del Fante, probabilmente, il suo intervento di fronte alla platea infinita di 7mila sindaci dei piccoli Comuni riuniti da Poste alla ‘nuvola’ di Fuksas, a Roma, di fronte alla sede dell’azienda. A caratterizzare questi sei anni c’è infatti l’inversione drastica di rotta rispetto ad piano di ridimensionamento della rete di uffici postali, ereditato dalla precedente gestione, per farne della capillarità un punto di forza come piattaforma di servizi ed anche in un’ottica di sostegno al sistema Paese. C’è di più: il processo di trasformazione dell’azienda con una strategia di ampia diversificazione, gli obiettivi finanziari in crescita raggiunti e superati. Matteo Del Fante è, nelle indicazioni dell’azionista, ora confermato per un terzo mandato da capoazienda per Poste Italiane: 160 anni di storia, 12.800 uffici postali, 121.000 dipendenti, ricavi a quota 11,6 miliardi. Classe 1967, nato a Firenze, sposato, due figli, laurea in economia politica alla Bocconi e specializzazione alla Stern Business School della New York University. Nel suo percorso da manager Matteo Del Fante ha mosso i primi passi in Jp Morgan, poi la crescita interna in Cdp dove è stato direttore generale da giugno 2010 a maggio 2014 quando è stato nominato amministratore delegato e direttore generale di Terna. È amministratore delegato e direttore generale di Poste Italiane dall’aprile del 2017, confermato nel 2020 per un secondo triennio.
Chi è Silvia Rovere, dai fondi immobiliari alle Poste
Silvia Rovere, al secondo mandato come presidente di Assoimmobiliare di Confindustria, ha una vasta esperienza in private equity e nella gestione dei fondi. Laureata in economia a Torino dal 2003 al 2005 è stata direttore finanziario di Patrimonio dello Stato la società pubblica fondata nel 2002 per la gestione e la valorizzazione del patrimonio pubblico. Dopo aver ricoperto questo incarico a Londra è stata Head of Business Development del Gruppo Aedes e poi dal 2009 al 2013 è stata direttore generale di Ream Sgr. Ha, inoltre, ricoperto la carica di amministratrice delegata di Morgan Stanley Sgr. Nel suo curriculum si segnala l’attenzione alla finanza socialmente responsabile con la creazione e la gestione dei due primi fondi di social housing in Italia. E nel 2020 Rovere ha fondato Sensible Capital una società di consulenza per investimenti in asset immobiliari, con uno specifico focus sugli Esg. È Fellow member di Rics, membro del Comitato Esecutivo di Uli Italia e del Comitato Direttivo di Fondazione Res Pubblica.