L’esplosione dell’enorme veicolo Starship di SpaceX “è stata sicuramente una esplosione volontaria perché la navetta – che riporterà astronauti sulla Luna – aveva perso il controllo ed, in questo modo, SpaceX ha voluto evitare che cadesse a terra senza controllo” e “naturalmente è stata l’ultima ratio“: a commentare lo storico lancio, conversando con l’Adnkronos, è l’astronauta italiano Umberto Guidoni, primo europeo a raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale. Riferendosi al liftoff di ieri, Guidoni ha osservato ancora che “sia stato utile fare questo test. Solo in un lancio effettivo si vedono dettagli a volte sfuggiti nelle simulazioni“.
Che qualcosa nel test di ieri stesse andando male secondo Guidoni si è capito fin dal decollo: “In fase di lancio avevo notato che non si erano accesi tutti i motori. Avremo presto la diagnosi del test intanto da SpaceX dicono che entro la fine dell’anno ripeteranno il lancio, forse perché contano di risolvere i problemi ancora aperti“.
Quando il patron di SpaceX, Elon Musk, “sperimenta una missione, accetta il rischio anche di fare esplodere una navetta o un suo razzo, con la mia esperienza alla NASA mi viene da pensare che il suo metodo non sarebbe mai stato accettato ma sicuramente accelera i tempi,” ha sottolineato Guidoni, evidenziando che la NASA ha impiegato 2 anni per lanciare la missione Artemis I, mentre Musk invece fa esplodere i razzi ma poi “impiega solo 6 mesi” a compiere una missione. “Non so se la strategia di Musk sia la migliore ma forse a SpaceX accettano un certo livello di rischio“.
“Quello che mi lascia perplesso di Starship è che la missione, la navetta che atterrerà sulla Luna con l’Artemis III, va finita in 2 anni e noi auspichiamo che ciò accada,” ha rilevato Guidoni.