Quasi in concomitanza dell’Earth Day è arrivata la notizia di una singolare scoperta fatta lungo il fiume Arno, in Toscana, che si sta rivelando ricco di esempi di come i cambiamenti climatici stiano influenzando la biodiversità: a San Giovanni Valdarno è stata individuata una coppia di oche egiziane, che sono diventate oggetto di attrazione per il piumaggio variopinto ed il portamento elegante.
La scoperta è stata fatta dai tecnici del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno nel corso di sopralluoghi per il monitoraggio delle criticità idrauliche. L’habitat fluviale della vallata ha visto arrivare questa nuova specie che, però, solleva anche qualche preoccupazione: si tratta, infatti, di una specie nidificante, che rafforza il patrimonio biologico “alieno” con imprevedibili effetti sull’ecosistema locale.
Una coppia di oche sul Nilo sull’Arno
“In maniera incruenta, ma l’individuazione di due volatili africani lungo l’Arno, ripropone il tema della convivenza fra animali ed ambiente antropizzato; nel caso il fenomeno dovesse ampliarsi, ad essere pregiudicate sarebbero le specie stanziali, alterando secolari equilibri con profonde ripercussioni sul territorio – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – Non solo: i cambiamenti climatici, alterando le condizioni finora conosciute, provocano sfasamenti nei ritmi della natura come ben rappresentato anche dai ritardi nel ritorno degli uccelli migratori.”
Questo splendido uccello africano, dal nome scientifico di “Alopochen aegyptiaca”, è originario dei territori subsahariani e della valle del Nilo, dove gli antichi egizi lo consideravano un animale sacro e ciò è rappresentato nelle pitture. Le sue piume brillanti e vivacemente colorate la rendono un’oca ornamentale molto apprezzata per impreziosire parchi e giardini.
Come gli esemplari sono arrivati in Toscana
Molti esemplari fuggono dalla cattività e così l’oca egiziana ha iniziato a riprodursi in altri luoghi, tanto da essere inserita, già dal 2017, nell’elenco europeo delle specie aliene di maggiore invasività. La coppia toscana, quindi, può essere arrivata a causa di un processo migratorio oppure è frutto di rilasci o fughe da spazi privati.
“Ancora una volta, i Consorzi di bonifica si confermano sentinelle del territorio in tutti i suoi aspetti – aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Non è certo un caso che della biodiversità del fiume e della crescente presenza di specie alloctone se ne occuperà il Contratto di Fiume, che proprio l’ente consorziale sta promuovendo, anche lungo il tratto valdarnese, nella cornice del Patto per l’Arno. Infine, alla vigilia della Giornata della Terra – conclude il DG di ANBI – è opportuno ricordare che la legge contro l’indiscriminato consumo di suolo giace da anni in Parlamento; aldilà di ogni retorica, approvarla sarebbe un tassello concreto per contribuire a difendere l’unica casa, che abbiamo.”