Giornata della Terra, geologo Antolini: “l’importanza del Bacino del Po e la siccità”

Il geologo Paride Antolini sottolinea l’importanza del Bacino del Po per l'Italia nella Giornata Mondiale della Terra
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“Nella Giornata Mondiale della Terra, ricordiamo l’importanza del Bacino del Po che rappresenta il 35% dell’agricoltura in Italia, il 55% della zootecnia, il 55% anche dell’idroelettrico è sicuramente un’area trainante per l’economia italiana”. Lo afferma Paride Antolini, Presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia Romagna, parlando anche del tema siccità. “In termini di precipitazioni, sul Bacino del Po, si rileva una riduzione complessiva del numero di eventi (pioggia e o neve) con un calo rilevante delle precipitazioni medie. Circa il 20% su base annua e 35% gennaio – agosto 2022. La diminuzione progressiva delle precipitazioni, sia nevose che piovose, nell’ultimo trentennio ha comportato un decremento significativo della portata media di circa il 20% su base annua e del 45% nella stagione estiva”.

Sicuramente negli ultimi cinquanta anni il Po non è mai stato così in secca. Ma se andiamo a leggere nelle cronache del passato scopriamo che nel luglio 1530 si attraversava il Po a piedi. Indietro nel tempo troviamo altri importanti episodi di siccità nel medioevo fino alle porte della caduta dell’impero Romano, ma qui le cronache diventano di difficile interpretazione. Per rimanere in tempi più recenti potremmo rammentare l’estate del 1811 quando il grande caldo causò il prosciugamento del Po, tanto che «uomini, carri e cavalli passarono il fiume come fosse una strada”, ha aggiunto Antolini.

“E’ chiaro che occorrono misure di adattamento al cambiamento climatico che al momento stentano ad arrivare, o meglio si sa cosa si dovrebbe fare, gli Enti preposti hanno inquadrato il problema, ma siamo ancora all’inizio. L’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po sta facendo un grosso lavoro avendo già individuato “Le misure strategiche di pianificazione di bacino per l’adattamento ai cambiamenti climatici”. Elenco alcune di queste misure: adeguamento ponti e tombinature, restituzione alla naturalità dei corsi d’acqua – ha concluso Antolini –  arretramento delle arginature, gestione della vegetazione in alveo e nelle aree golenali, monitoraggio e controllo delle arginature, preavviso delle piene e gestione dell’emergenza, gestione dei sedimenti in alveo ma anche e soprattutto all’interno dei bacini di raccolta (dighe)”.

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