La stagione di malanni “straordinaria e violenta” è ancora in corso. Nell’attuale stato delle cose pesa non solo la circolazione del virus influenzale, ma anche quello sincinziale. Si tratta di un mix che ha condotto a un importante impatto, sia in termini contagi che di ricoveri. “Se negli anni scorsi, in questi giorni, la stagione influenzale poteva dirsi chiusa, quest’anno si protrarrà almeno sino a fine aprile – sottolinea Massimo Andreoni, direttore scientifico Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit) – occorrerebbe monitorare la situazione per capire se siamo di fronte ad un unicum o se l’attuale situazione rischia di diventare sempre più frequente“.
“E’ iniziata presto, alla 42ᵃ settimana e non all’abituale 48ᵃ, – spiega Claudio Cricelli, presidente Società Italiana di Medicina Generale (Simg) – per poi raggiungere un piccolo alto e duraturo, e continuare a tenersi parecchio alta per tutta la stagione invernale. Ora si osserva un calo lento e progressivo, ma siamo ancora sopra la soglia epidemica. Se tra adulti e anziani si parla solo di 5,8 casi per 1000 abitanti, per i bambini risulta molto elevata“.
I sintomi influenzali
A parlare sono i numeri delle sindromi simil influenzali: alla fine di marzo si parlava di circa 13 milioni di cittadini colpiti, numero destinato ad aumentare fino a fine aprile. “Ad essere circolato – prosegue Cricelli – non è stato però solo il virus dell’Influenza, soprattutto quello A rispetto a quello B, ma anche tanti altri simili: il Sars Cov2, il virus respiratorio sincinziale, l’adenovirus, quello da raffreddore“. Le complicanze sono state prevalentemente di tipo respiratorio e hanno colpito soprattutto gli anziani, “indice del fatto – conclude – che dobbiamo aumentare il tasso di aderenza alla vaccinazione“.