L’intelligenza artificiale sta creando un grande dibattito nel mondo delle arti dopo che il brano Heart on My Sleeve di Drake è stato ritirato dalle maggiori piattaforme in streaming pur avendo ricevuto 11 milioni di ascolti tra cui 629,439 solo sulla piattaforma Spotify. “Dobbiamo decidere da che parte della storia siamo: quella dei fan e dei creativi o quella dei falsari che negano ai musicisti il giusto compenso?“, ha riferito Universal Music Group che pubblica la musica dei due artisti.
Nel frattempo la tanto discussa intelligenza artificiale generativa è arrivata in testa al Sony World Photography Awards: dietro l’immagine in bianco e nero di due donne firmata dal tedesco Boris Eldagsen c’era Stable Diffusion, in grado di generare immagini grazie al comando da parte dell’uomo.
L’intelligenza artificiale generativa oggi
Eldagsen ha rifiutato il premio, spiegando di aver partecipato al concorso per mettere luce sulla tematica e aprire un confronto sull’argomento. Heart on My Sleeve, creato dal misterioso utente di TikTok Ghostwriter 977, non è un deepfake isolato. Sempre nelle stesse ore circolava AIsis, un album in cui la band britannica Breeze era riuscito a clonare la voce del musicista degli Oasis Liam Gallagher riproducendola attraverso un mix rapido dei track originali del gruppo.
L’intromissione dell’intelligenza artificiale nelle arti e, in particolarem nella musica non è una novità. Tuttavia, adesso la tecnologia è a tal punto complessa e avanzata che permette di replicare credibilmente (e impunemente) artisti del calibro di Drake e The Weeknd. Ma occorre una normativa che regoli il fenomeno ma probabilmente questo richiederà del tempo. Ma quanto?
Le preoccupazioni per il futuro
Damien Hirst, nell’ultimo esperimento con l’Ia generativa, ha chiesto ai suoi collezionisti di generare i propri dipinti guadagnando in nove giorni venti milioni di dollari. La cosa veramente allarmante è quanto sia facile in questo momento generare un falso che può essere usato, privo di copyrigt, per comporre un pezzo rap fino a una campagna pubblicitaria. “Le norme sui diritti d’autore sono tremendamente indietro“, ha dichiarato l’avvocato dell’entertainment Burt Gidaro. “Questo – ha commentato Ghostwriter977 su Tik Tok dopo il dibattito dei giorni scorsi – è solo l’inizio“.