I centenari rappresentano un ottimo modello per studiare il rapporto tra microbioma intestinale e longevità. Il microbioma intestinale incide sull’invecchiamento. Questa è la conclusione di un’indagine trasversale di 1.575 individui (20-117 anni) dalla provincia cinese del Guangxi, tra cui 297 centenari (n = 45 con campionamento longitudinale), il cui studio è stato pubblicato di recente su Nature aging. I centenari presi in esame hanno dei microbiomi intestinali caratterizzato dalle stesse caratteristiche di quelli dei giovani.
Essi presentano una sovrarappresentazione di un enterotipo metabolico. La stratificazione dei microbiomi intestinali negli individui più anziani non ha alterato la direzionale tendenze per questi confronti firma ma ha rivelato più evidente associazioni in individui meno sani.
Longevità e microbioma intestinale
L’analisi longitudinale dei centenari in un periodo di 1,5 anni indica che le firme microbiche intestinali degli individui giovani presi a campione sono migliori, presentando una stabilità batterica, e che i centenari con bassa uniformità microbica sono inclini a un’instabilità del microbioma durante l’invecchiamento.
L’insieme di questi risultati evidenziano un modello di invecchiamento del microbioma intestinale per gli individui che vivono a lungo. La longevità è un tratto complesso in cui i determinanti genetici, epigenetici e ambientali interagiscono per estendere la vita umana per raggiungere 100 anni o oltre. Tuttavia, il concetto di invecchiamento contiene un paradosso, che è stato ben illustrato da Jonathan Swift: “Tutti vogliono vivere per sempre, ma nessuno vuole invecchiare“.
Una differente risposta immunitaria
Per quanto riguarda i fattori che contribuiscono alla salute umana, crescente evidenza ha indicato che l’umano microbioma intestinale, definito sia dalla genetica ospite e ambientale fattori, ha un ruolo critico nel metabolismo umano, risposta immunitaria e l’eziologia di molte malattie croniche.
Recentemente, il nesso del microbioma con la salute e l’età sta aprendo nuovi scenari di studio. Quando le persone invecchiano, il loro microbioma presenta una diversità alterata se confrontata a quella degli individui più giovani, con meno microrganismi utili e più patogeni opportunistici.
La composizione microbiota dei centenari
Una serie di studi trasversali hanno suggerito che la composizione microbiota dei centenari è importante per identificare le caratteristiche di un invecchiamento sano. Possiamo includere come esempi il lavoro di Biagi et al., che ha identificato una riduzione della composizione del nucleo microbiota e un aumento di batteri tra cui Akkermansia, Bifidobacterium e Christensenella, nel gruppo dei centenari dello studio.
Anche se questi studi hanno stabilito un collegamento tra microbioma dell’intestino e la longevità, hanno presentato limiti evidenti delle coorti o sull’assenza di una traiettoria o di una regolazione longitudinale sufficientemente lunga.