Elaborare una nuova cartografia in grado di rappresentare in modo più accurato la distribuzione della materia oscura presente nell’Universo. Questo l’obiettivo a cui è stato orientato uno studio, presentato durante il meeting Future Science with CMB x LSS, condotto dagli scienziati dell’Atacama Cosmology Telescope (ACT) collaboration, di cui fanno parte, tra gli altri, gli esperti dell’Università di Cambridge e dell’Università della Pennsylvania. Il team, guidato da Blake Sherwin, ha sviluppato una mappa della crescita cosmica che sembra supportare le teorie cosmologiche di Einstein.
Gli autori hanno creato una nuova immagine rivoluzionaria che rivela la mappa più dettagliata della materia oscura distribuita su un quarto dell’intero cielo. Stando a quanto emerge da questa elaborazione, nell’arco di vita dell’Universo, le strutture massicce possono crescere fino a piegare la luce. “Abbiamo mappato la materia oscura invisibile attraverso il cielo fino alle distanze più remote – afferma Sherwin – i risultati mostrano chiaramente un’estensione significativa di questa sostanza misteriosa“.
Nonostante costituisca l’85% dell’Universo, influenzandone l’evoluzione, la materia oscura non interagisce con la luce o altre forme di radiazione elettromagnetica, ma sembra rispondere solamente alla gravità. I ricercatori hanno osservato la luce emanata dalle formazioni stellari più antiche del cosmo, valutando la radiazione cosmica di fondo (CMB) per capire come questa possa essere influenzata dall’attrazione gravitazionale di strutture grandi e pesanti. “La nostra mappa – aggiunge Mathew Madhavacheril, dell’Università della Pennsylvania – fornisce nuove intuizioni in merito alla distribuzione della materia oscura. Speriamo che questi risultati possano aprire la strada a nuove teorie della cosmologia, che potranno aiutarci a risolvere alcuni dei più intriganti misteri dell’Universo”.