Nigeria: il dibattito sulla reale povertà alimentare

A causa del conflitto in Ucraina, l'aumento dei prezzi globale sta colpendo anche le importazioni del grano in Nigeria, ma vi è un dibattito in corso sui reali bisogni alimentari dei nigeriani in povertà
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I nigeriani in povertà consumano poco grano e i programmi di autosufficienza del grano in corso non possono proteggerli dall’impennata dei prezzi correlati al conflitto Russia-Ucraina. La prosecuzione del conflitto Russia-Ucraina ha portato ad un aumento delle richieste per la diversificazione delle risorse e dei programmi di autosufficienza del grano nelle regioni dipendenti dalle importazioni.

Uno studio pubblicato di recente sulla rivista Nature food mostra che  l’approccio dei programmi di autosufficienza avrebbe un impatto minimo sui nigeriani poveri poiché il grano costituisce solo il 4% della loro dieta e l’8% dell’amido del loro consumo alimentare. Al contrario, miglio, riso, manioca e tuberi sono dieci volte più importanti nella loro alimentazione. Da ciò si deduce la necessità di un attento esame dei modelli di consumo del contesto nazionale in risposta ai bisogni delle popolazioni africane.

I timori per le fasce più povere dei nigeriani

In Africa Sub-Sahariana (SSA) vengono lanciati campanelli d’allarme sull’impennata dei prezzi mondiali del grano a causa dell’invasione russa dell’Ucraina, che ha forti ripercussioni anche sull’African Development Bank e la moneta internazionale. Il timore è che questi aumenti di prezzo danneggino soprattutto le fasce più povere. Questi avvertimenti sono simili per urgenza e contenuto a quelli del Nazioni Unite durante la “Crisi Alimentare 2007/2008” quando i prezzi del grano erano saliti alle stelle.

Questi timori hanno spinto la Banca africana di sviluppo 1 e il governo della Nigeria a promuovere mediante un “fondo di emergenza” un progetto da 1,5 miliardi di dollari per stimolare la produzione di grano tropicale per sostituire le costose importazioni di frumento.

Le importazioni di cereali

La preoccupazione per la crisi in atto è legata al costante aumento nel corso dei decenni delle importazioni di riso e grano in Africa, ma anche di altri cereali importanti per la dieta africana, come ad esempio il miglio. Reardon ha indicato l’aumento di questi importazioni dal 1960 al 1980 in Africa occidentale, e ha dimostrato che l’aumento delle importazioni di riso e grano sia costante da decenni a fronte di forti fluttuazioni dei prezzi all’importazione e dei prezzi locali del consumo interno del grano grossolano, come miglio e sorgo.

Piuttosto che una risposta a breve termine rispetto alla conclamata variazione dei prezzi dovute alla siccità o alle inondazioni o l’attuazione di politiche temporanee in merito alle importazioni al momento le donne stanno cercando di risolvere il problema, unendosi alla forza lavoro fuori casa per ricercare cereali di facile preparazione.

Il “cugino ricco”

L’importazione di grano è sempre stato il “cugino ricco” di importazioni di riso più economiche, ma essi si sono fatti strada nelle abitudini di consumo in Oriente e Sud Africa e Africa occidentale attraverso l’aumento del consumo di conveniente e gustoso pane e noodles.

Pertanto, la preoccupazione attuale e a lungo termine circa le importazioni di frumento in Africa, è che i consumatori rimangano bloccati sul consumo abituale di frumento come abitudine persistente, e questo li renderebbe particolarmente vulnerabili all’aumento dei prezzi del grano.

Cosa si prevede nel futuro

Lasciando da parte che è probabile che l’aumento dei prezzi a livello internazionale non durerà a lungo anche con la guerra Russia-Ucraina (in quanto l’Argentina e altri paesi aumenteranno la produzione e le esportazioni per colmare il divario come hanno affermato studiosi come Colussi et al.), una questione chiave è se i poveri dell’Africa sono realmente vulnerabili a un aumento dei prezzi del  frumento.

Se lo sono, allora c’è una buona ragione per un paese dell’Africa tropicale di considerare la coltivazione del proprio grano (tropicale) dove è agronomicamente possibile. Ma se non lo sono, gli studiosi ritengono che ci sono modi di gran lunga migliori per utilizzare le loro limitate risorse  e che il dibattito è stato danneggiato da un mito sul loro modello di consumo e quindi alla vulnerabilità della sicurezza alimentare dei poveri all’aumento dei prezzi del grano. Ad oggi la Nigeria è il più grande paese in Africa dove imperversa il dibattito sul grano.

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