Si sono persi i contatti con il lander Hakuto-R, dell’azienda privata giapponese ispace, che ha tentato un allunaggio morbido. Il touchdown di quello che sarebbe stato il primo veicolo spaziale privato a toccare il suolo lunare sarebbe dovuto avvenire alle 18:40 italiane di oggi. Circa 20 minuti dopo l’orario di atterraggio previsto, il CEO di ispace Takeshi Hakamada ha detto che l’allunaggio non è confermato. “Non siamo stati in grado di confermare l’atterraggio riuscito“, ha detto. “Dobbiamo supporre che non siamo riusciti a completare l’atterraggio sulla superficie lunare. I nostri ingegneri continuano a indagare sulla situazione“.
Il lander Hakuto-R, in orbita a circa 100 chilometri sopra la Luna da un mese, aveva iniziato la sua discesa verso la superficie lunare circa un’ora prima. Una manovra complessa, eseguita in modo completamente automatico. Tutto sembrava andare secondo i piani, ma dopo l’atterraggio previsto intorno alle 18.40 italiane di oggi, sono seguite diverse decine di minuti di attesa ansiosa, durante i quali i team dell’azienda hanno cercato di ristabilire la comunicazione con il lander lunare. Alla fine il capo ha parlato in diretta video, dando la brutta notizia. Gli ultimi segnali dal lander sono stati ricevuti dal centro di controllo nelle ultime fasi della discesa, quando il veicolo si trovava alla distanza di 90 metri dal suolo lunare e aveva ridotto la sua velocità a 33 chilometri orari.
Il lander Hakuto-R
Il lander Hakuto-R, che misura 2 metri per 2 metri e mezzo, è stato lanciato su un razzo SpaceX da Cape Canaveral, in Florida, l’11 dicembre. Da allora, il veicolo spaziale ha impiegato tre mesi per entrare in orbita attorno alla Luna utilizzando una traiettoria a bassa energia. Nel complesso, il viaggio ha portato il lander a percorrere circa 1,4 milioni di chilometri attraverso lo spazio. Hakuto-R trasportava diversi piccoli veicoli lunari, tra cui il rover Rashid, costruito dal Centro spaziale Mohammed bin Rashid di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, il primo veicolo spaziale lunare costruito dagli arabi.
L’ambizione dei privati sulla Luna
Il successo di questa missione era tutt’altro che garantito. Nell’aprile 2019, l’organizzazione israeliana SpaceIL aveva visto la sua sonda Beresheet schiantarsi sulla superficie della Luna. Anche l’India aveva tentato nel 2019 di far atterrare una sonda, chiamata Vikram, ma si era schiantata.
Il progetto Hakuto (“coniglio bianco” in giapponese) dell’azienda giapponese era uno dei cinque finalisti del concorso internazionale Google Lunar XPrize, che si è concluso senza un vincitore dopo che nessuna azienda è riuscita a far atterrare un robot sulla Luna entro la data stabilita (2018). Altre due società, la statunitense Astrobotic e la Intuitive Machines, dovrebbero lanciarsi nel corso dell’anno nel tentativo di atterrare sulla Luna.
Queste missioni sono realizzate in collaborazione con la NASA, che intende sviluppare l’economia lunare e ha incaricato aziende private di trasportare attrezzature ed esperimenti scientifici sulla Luna. Il programma Artemis dell’agenzia spaziale americana prevede di far atterrare nuovamente gli astronauti sulla superficie lunare nei prossimi anni, di stabilirvi una base e di costruire una stazione spaziale in orbita intorno alla Luna. Il Giappone e gli Stati Uniti hanno annunciato l’anno scorso una collaborazione per inviare un astronauta giapponese sulla Luna entro la fine del decennio.
Nella storia, solo tre Paesi hanno eseguito uno sbarco controllato sulla Luna: gli Stati Uniti, l’ex Unione Sovietica e la Cina. Gli Stati Uniti rimangono l’unico Paese ad aver portato l’uomo sulla Luna.