La grande sete del Po, crisi del riso e delle ostriche

Per capire la gravità della situazione in cui versa il Po bisogna fare un viaggio di oltre 1.000 km risalendo il fiume perché dove prima c'era solo acqua ora ci sono isole di sabbia
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Secondo un reportage di Luca Zennaro per ANSA, la situazione di crisi in cui versa il Po è grave ed è comprensibile solo risalendo il fiume e parlando con le persone che vivono quotidianamente questa enorme problematica. “Per capire la gravità della situazione in cui versa il Po bisogna fare un viaggio di oltre 1.000 km risalendo il fiume perché dove prima c’era solo acqua ora ci sono isole di sabbia. “A breve partiranno i prelievi irrigui per l’agricoltura, bisognerà risparmiare il consumo dell’acqua vista la mancanza di nevicate sulle Alpi e il perdurare della siccità, puntando verso colture meno idroesigenti e migliorando le tecniche di irrigazione”, spiega l’ingegnere Andrea Colombo dell’area tecnica dell’Autorità Distrettuale del fiume Po. Ad aggravare la crisi è la salinizzazione delle acque.”

” ‘La barriera antisale sul fiume Adige nel comune di Rosolina, costruita 40 anni fa, al momento non è in grado di fermare la risalita dell’acqua di mare, che rende inutilizzabile l’acqua dolce del fiume sia per i campi sia per l’uso umano”, spiega Carlo Salvan, presidente Coldiretti Rovigo e vice presidente Coldiretti Veneto. “Registriamo livelli di portata di circa 50 metri cubi al secondo come in agosto, mentre in questo periodo dell’anno dovremmo stare sopra gli 80 metri. La scarsa risorsa nivale sull’arco alpino orientale, che interessa l’Adige, e la poca disponibilità di acqua nei bacini montani pieni solo al 33%, ci fa temere per i prossimi mesi, specie per l’estate”, aggiunge.”

I cambi delle semine

“Gli agricoltori stanno cambiando le semine nei campi, abbandonando piano piano il mais, coltura idroesigente, riconvertendosi a grano, colza e girasole. Lo conferma Silvia Moretto, produttrice di riso che con la sua azienda nella sacca degli Scardovari ha perso tre quarti dell’ultimo raccolto.

“Stiamo combattendo col mare per poter produrre il nostro riso, abbiamo 46 ettari dedicati ma lo scorso ne abbiamo raccolto solo 900 quintali su 3600 quintali. Il nostro è un problema di cuneo salino, che entrava nei nostri canali rendendoli inutilizzabili. Lo scorso anno il problema si è presentato a maggio, quest’anno a marzo abbiamo già il sale nei canali”. “

Problematica delle ostriche e dei molluschi

“Stessa problematica per gli allevatori di cozze, molluschi e ostriche. “Con il cuneo salino alto e la pochissima pioggia, ci sono meno nutrimenti nell’acqua e di conseguenza la crescita rallenta. Alcune produzioni sono state in ritardo sino a 6 mesi”, spiega Alessio Gregualdo della Perla del Delta. L’allevatore di ostriche rosa lamenta perdite di fatturato del 30% nel 2022. “Chi soffre di più questa situazione anomala è la vongola verace, ma anche la cozza di Scardovari ha avuto un rallentamento di crescita importante”.”

“Nella zona del Ferrarese non va meglio. “In questo periodo l’asta metrica sotto il Pontelagoscuro negli anni passati era completamente nascosta, ora si vede quasi completamente perché mancano parecchi metri di acqua”, dice Gianni Paganini, vice presidente della Coldiretti Ferrara.

“Nella semina invernale del grano, a causa della siccità, la pianta non riesce a svolgere la sue funzioni, di conseguenza avremo nella trebbiatura meno quintali e meno resa come farina, quindi a cascata meno pasta e meno pane. Cercheremo di farci meno male possibile. Dove potremo irrigare i terreni cercheremo di seminare, altrimenti lasceremo i campi senza coltivazione”, avverte. Stessa situazione del Po alla confluenza col fiume Ticino al ponte delle barche di Bereguardo, vicino Pavia, dove metà degli scafi posa sui sassi. Se continua questa situazione nei mesi estivi si rischia di attraversare da sponda a sponda a piedi. Nel comune di Sermide sono affiorate centinaia di metri di spiagge bianche.”

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