Rivista la massa del bosone che aveva scosso la fisica

Al Cern di Ginevra, è stata ottenuta una misura della massa del bosone W molto più vicina a quanto previsto dal Modello Standard
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Ottenuta al Cern di Ginevra una nuova e più accurata misura della massa del bosone W, che contraddice quella con cui l’anno scorso il Fermilab di Chicago aveva scosso la fisica mondiale facendo ipotizzare una falla nella teoria del Modello Standard che descrive le particelle elementari e le forze fondamentali. Il bosone W, scoperto nel 1983 da Carlo Rubbia e cruciale in processi come il decadimento radioattivo e la fusione nucleare, non può essere misurato in modo diretto: informazioni possono essere ottenute misurando la massa e l’energia che libera durante il suo decadimento.

A causa di un neutrino non rilevato nel decadimento della particella, quella della massa è tra le misurazioni di precisione più impegnative eseguite ai collisori di adroni”, afferma il fisico delle particelle Andreas Hoecker del team dell’esperimento Atlas al Cern. Grazie a un nuovo approccio statistico, il suo gruppo ha riesaminato i dati ottenuti nel 2011 con l’acceleratore Large Hadron Collider (Lhc), arrivando a ottenere una stima della massa del bosone W più precisa del 16% e con un minor margine di incertezza. Secondo i nuovi calcoli, la massa del bosone sarebbe pari a 80,360 gigaelettronvolt, un valore molto più vicino a quello previsto dal Modello Standard (80,357 gigaelettronvolt) rispetto a quanto calcolato dai ricercatori americani (80,4335 gigaelettronvolt). Nuove misure a conferma di questi dati sono attese non solo dall’esperimento Atlas, ma anche da Cms e Lhcb.

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