Roma Tre, il dibattito con il premio Nobel Parisi: “Cogito cum Digito?”

Si e' svolta oggi presso la facolta' di Ingegneria dell'universita' di Roma Tre la tavola rotonda 'Cogito cum Digito?', con il Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi
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Digitare o cogitare, questo e’ il problema. Il dilemma shakespeareano si aggiorna all’epoca moderna, in cui essere diventa essere tecnologici. Per capire se il mondo digitale possa essere un arricchimento per la matematica e per chi la studia e la insegna, si e’ svolta oggi presso la facolta’ di Ingegneria dell’universita’ di Roma Tre la tavola rotonda ‘Cogito cum Digito?’, con il Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi. Al centro del dibattito, una riflessione “dalla realta’ che si tocca, all’intuizione, al ragionamento logico-deduttivo. La matematica nella scuola e nella societa’ “.

Nel pubblico, studenti di matematica appassionati e pronti a diventare gli insegnanti del domani. A loro, nativi digitali e depositari della cultura scientifica del futuro, Parisi ha rivolto il suo invito. “Una delle cose piu’ importanti che deve insegnare la scuola e’ fidarsi della scienza. Ma le persone non le convinci magnificandoti. Al contrario, facendo vedere come gli scienziati siano persone in buona fede, che cercano di arrivare al risultato. Mostrando il modo di procedere della scienza e in cui si arriva a un consenso della comunita’ scientifica. Inquadrare la scienza nella storia e nell’attivita’ umana e’ fondamentale”.

Studio dei numeri chiave per il futuro

Secondo Parisi, l’attualita’ dimostra che lo studio dei numeri e’ sempre piu’ la chiave per approcciare al futuro. “Perche’ i ragazzi devono andare a scuola? – ha chiesto alla platea – Penso che la scuola sia necessaria a preparare dei cittadini che possano prendere decisioni consapevoli ed essere in grado di saper scegliere, in un mondo come quello attuale dove l’influenza della tecnologia diventa sempre piu’ importante. Abbiamo visto con il Covid che la scienza influenza anche le decisioni politiche e lo stesso vale per i cambiamenti climatici. La capacita’ di poter produrre tutto questo in numeri, e di ragionare in numeri, e’ fondamentale per superare la retorica”.

Ai tempi del digitale, quindi, conoscere la matematica vuol dire saper interagire con le nuove tecnologie, che non sono un limite ma una possibilita’ in piu’. Secondo Parisi, “il digitale e’ un mezzo, non un fine. Come diceva Umberto Eco, la cosa piu’ importante del mondo digitale e’ essere in grado di selezionare le informazioni. Le persone devono saper capire se la fonte che gli arriva e’ ragionevole. La competenza nel saper distinguere le fonti e’ fondamentale”.

Apprendere la matematica

Nelle intenzioni dei promotori, il convegno e’ stato pensato per “riflettere sull’apprendimento della matematica nel mondo della scuola e per dare risposte agli studenti” come ha spiegato Roberto Raimondi, direttore del dipartimento di Matematica e Fisica, aprendo il dibattito. Al tavolo dei relatori sono intervenuti docenti universitari e scolastici, tutti concordi nel ritenere che la didattica del futuro debba includere sempre di piu’ l’esercitazione empirica e sperimentale.

Gli interventi sono stati coordinati da Benedetto Scoppola, presidente dell‘opera nazionale Montessori, secondo il quale “la matematica imparata con le mani, in maniera pratica, lascia segni che rimangono di piu’ nel tempo e questo ci spinge a rivedere il metodo che usiamo nelle scuole”. Sulla stessa linea Parisi, che ha concordato: “L’importanza di usare le mani e’ centrale nel metodo Montessori e lo e’ anche nello studio della matematica”. Da Maria Montessori ad oggi, dalla tre volte candidata Nobel per la Pace al premiato con il Nobel per la Fisica, la didattica del futuro sembra camminare sempre piu’ nel solco del metodo empirico.

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