Sono in corso le ricerche dell’orsa ‘Jj4’ che, in base agli accertamenti genetici, è stata ritenuta responsabile dell’aggressione e della morte del runner Andrea Papi, avvenuta mercoledì scorso in Trentino. Da quando è stato reso noto il nome in codice dell’animale, la forestale trentina ha intensificato le operazioni di monitoraggio su tutta l’area intorno al monte Peller. Un’attività non facile perché, seppur ‘Jj4’ abbia il radiocollare essendo un’orsa nota, la zona è quasi completamente senza copertura. L’orsa JJ4 ha 17 anni ed è figlia di Joze e Jurka, catturati in Slovenia e rilasciati in Trentino fra il 2000 e 2001, nell’ambito del progetto Life Ursus per la reintroduzione degli esemplari sulle Alpi.
Il plantigrado era già stata responsabile di un’aggressione in Val di Rabbi nel 2020, ma all’epoca non fu abbattuta: l’ordinanza di cattura dell’allora giunta provinciale di Trento venne annullata dal Tar. Jj4 venne dotata di radiocollare, che tuttavia al momento è scarico e non trasmette più i dati relativi ai suoi spostamenti. Intanto la Val di Sole, in Trentino, è in lutto oggi per l’ultimo saluto al 26enne. Per la cattura potrebbero essere utilizzate le trappole a tubo ma, in caso di emergenza, si possono usare anche lacci o fucile spara-siringhe. Per l’abbattimento, per cui c’è l’ordinanza del presidente della Provincia Maurizio Fugatti, si parla di un’operazione “che deve essere fatta in sicurezza, rispettando le procedure previste”.
Ricorso al Tar per impedire abbattimento
La Lega antivivisezione chiede però che l’orsa non sia abbattuta ma portata “in un luogo sicuro”. La Lav intende depositare un “ricorso al Tar per impedire l’abbattimento”. Anche l’Organizzazione internazionale protezione animali chiede che, invece di ricorrere alla cattura e all’abbattimento, si trovi una soluzione alternativa “per un esemplare che forse voleva solo difendere i suoi cuccioli”. “I piccoli di orso rimangono accanto alla mamma da uno a due anni, quindi non si può escludere che JJ4 sia andata all’attacco sulla base del suo istinto di madre”, scrive l’Oipa in una nota. Su eventuali carenze nella gestione degli orsi in Trentino, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto ha precisato che “c’è un tavolo tecnico con la Provincia di Trento, l’Ispra e il ministero. Bisogna, però, ricordare – continua Pichetto – che per quanto riguarda le ordinanze c’è il Testo unico di pubblica sicurezza e la competenza è della Provincia di Trento”. Anche sull’ipotesi di trasferire gli orsi, spiega: “Stiamo aspettando le valutazioni tecniche, scientifiche anche in merito a come comportarci. Aspettiamo il risultato”.
Per quel che concerne l’importanza di coniugare la tutela della natura con la formazione delle forze dell’ordine, il ministro dice: “È fondamentale. Viviamo un periodo storico in cui ci stiamo rendendo conto tutti, dagli adulti ai più giovani, della necessità di tutelare l’equilibrio, la biodiversità in tutto il mondo. Peraltro – sottolinea -, quando parliamo di equilibrio, biodiversità, natura non dobbiamo tenere i confini degli Stati, quelli amministrativi: la valutazione è complessiva. È una sfida che ha il mondo intero e, naturalmente noi, come Europa, prima ancora che come Italia, abbiamo il dovere di ricercare l’equilibrio, di cercare di essere coscienti di ciò che è necessario per la convivenza civile, di ciò che è necessario economicamente, ma anche di quanto bisogna impegnarsi per preservare quello che è il patrimonio naturalistico che abbiamo”, prosegue Pichetto. Che alla domanda se servano pene più severe per i bracconieri, risponde: “C’è già una normativa, va applicata”.