Siccità, gli esperti: “Il cambiamento climatico non è più una cosa sporadica”

Il cambiamento climatico al centro dell'assemblea del Sindacato nazionale enti bonifica ed irrigazione (Snebi), che si è tenuta oggi a Roma
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Il cambiamento climatico al centro dei lavori dell’assemblea del Sindacato nazionale enti bonifica ed irrigazione (Snebi), che si è tenuta oggi a Roma. Durante l’evento, dal titolo ‘Consorzi di bonifica innovazione e nuovi lavori: la sfida del capitale umano nelle azioni di contrasto agli effetti dei cambiamenti climatici’, è stato fatto il punto su desertificazione e siccità, dissesto idrogeologico e consumo di suolo. Davvero allarmanti i numeri riguardanti il nostro Paese.

Sul fronte della siccità, il 2022 è stato classificato come l’anno record a partire dal 1800. Un trend che ha causato 6 miliardi di danni alle colture italiane, mentre è stato registrato un -46% di precipitazione cumulata da inizio anno a fine luglio rispetto al trentennio 1991-2020. Altrettanto gravi gli incendi: 365 quelli boschivi, che hanno percorso 42,569 ettari, con un aumento registrato nel 2021 di aree incendiate pari a +320% rispetto al 2020.

Acqua piovana non riutilizzata

Gli esperti hanno poi sottolineato come l’89% di acqua piovana si disperda nel mare e come solo l’1,1% venga trattenuto negli invasi. Durante i lavori, spazio poi al binomio frane e alluvioni: i comuni italiani a rischio sono 7.423, così come il 18,4% del territorio nazionale. Non solo: l’83% delle frane in Europa sono in Italia e la Protezione civile indica danni per calamità naturali che ammontano a 7 miliardi di euro l’anno.

Note dolenti anche sul fronte del consumo del suolo: l’Italia ha il non invidiabile primato in Europa di territorio urbanizzato: 7,13%, pari a circa 2.148.515 milioni di ettari. Nel 2021 sono stati 69,1 i chilometri quadrati di suolo consumati: 19 ettari al giorno e più di 2 metri quadrati al secondo.

Cambiamento climatico ormai accertato

“Oggi- ha sottolineato il presidente del Sindacato nazionale enti bonifica ed irrigazione (Snebi), Alessandro Folli il cambiamento climatico non è più una cosa sporadica. Oggi dobbiamo metterci in testa che il cambiamento climatico è una cosa ormai accertata”. Tra le soluzioni, la riduzione delle perdite con relativa ottimizzazione nell’uso, le tecniche innovative, il potenziamento dell’energia rinnovabile idroelettrica, la coesione territoriale, con un Mezzogiorno più vicino, e il ‘piano laghetti’. Di quest’ultimo tema ha parlato il direttore generale dell’Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi), Massimo Gargano.

“Il nostro ‘piano laghetti’– ha informato- è generatore del lavoro nuovo: che significa non solo fare case e capannoni ma dare sicurezza ai cittadini, dare bellezza ai territori, amplificare quella bellezza e dare acqua a tutto quello che è il made in Italy agroalimentare. Solo con il ‘piano laghetti’ immaginiamo 21mila nuovi posti di lavoro, tutti a tempo indeterminato”. In particolare, sul fronte delle nuove opportunità di lavoro, il ‘piano laghetti’ prevede +24.380 posti di lavoro, mentre sono +21.000 quelli previsti. Il presidente dell’Ente nazionale di previdenza per gli addetti e per gli impiegati in agricoltura (Enpaia), Giorgio Piazza, ha acceso i riflettori sul sistema dei 122 consorzi di bonifica e irrigazione per la bellezza e la sicurezza del territorio.

“Un sistema– ha detto- che ha una grande voglia di portare al proprio interno percorsi di grande innovazione. Il lavoro più grande che ci aspetta, che spetta al sistema della bonifica, quindi Anbi, Snebi e anche Enpaia di riflesso, è proprio quello di considerare le nuove esigenze dei nuovi lavori e dell’innovazione, a cui i consorzi saranno chiamati per rispondere alle criticità che i cambiamenti climatici stanno imponendo”. Tra gli addetti ai consorzi di bonifica, 7.455 sono dipendenti a tempo indeterminato, di cui 599 quadri, 2.527 impiegati di concetto e 4.329 operai. I dipendenti a tempo determinato sono, invece, 3.466, di cui 312 impiegati e 2.463 operai.

Irrigazione problema strutturale

All’evento hanno preso parte anche esponenti delle istituzioni. Il presidente della IX commissione Agricoltura e Produzione agroalimentare del Senato, Luca De Carlo, ha ricordato che “il Decreto siccità è stato assegnato al Senato e nel giro di pochi giorni inizierà ad essere trattato presumibilmente in commissione ambiente. Per quanto possibile, cercheremo di migliorarlo”.

Nella stessa maniera, ha proseguito De Carlo, “dobbiamo lavorare sia per incentivare, e lo stiamo già facendo con l’innovazione, i metodi di irrigazione che utilizzino meno acqua possibile e anche come tecnica di evoluzione assistita che vogliamo utilizzare proprio per fare in modo che le piante abbiano un utilizzo minore di acqua, oltre che di concimi e di fitofarmaci, perché sappiamo che dobbiamo produrre in più e meglio è che nel giro di pochissimi anni dovremo sfamare almeno 10 miliardi di persone. Non si tratta di un problema emergenziale– ha precisato- ma è un problema strutturale, a cui vanno date risposte strutturali, con risorse e con un atteggiamento diverso”.

A chiudere i lavori, il sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Claudio Durigon. “Il Decreto Siccità– ha affermato- è in fase di definizione. Non è la mia materia di competenza ma spero arrivi presto. È un’emergenza purtroppo davvero importante e anche su questo si devono trovare soluzioni adeguate e le andremo a trovare”. “La carenza di acqua che riguarda tutta Italia– ha concluso- è una emergenza epocale. Dobbiamo trovare soluzioni perché l’emergenza idrica è davvero importante”.

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