Svelato il segreto di come le pernici del deserto accumulano l’acqua

Gli studiosi hanno scoperto come le pernici del deserto in Asia e in Africa riescono ad accumulare l'acqua per dissetare i pulcini nei nidi
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Gli Pteroclidi, sono una famiglia di uccelli diffusa principalmente in Asia e in Africa. Essi riescono a trattenere quantità considerevoli di acqua a causa della loro particolare conformazione delle piume. Questi dati sono le conclusioni di una ricerca, pubblicata di recente sulla rivista The Royal Society Interface. Lo studio è stato condotto dagli scienziati della Johns Hopkins University e del Massachusetts Institute of Technology.

Il team coordinato da Jochen Mueller e Lorna J. Gibson, si è avvalso dei microscopi ad alta risoluzione e tecnologie 3D per avere una visione approfondita delle piume di Pterocles namaqua, o grandule del Namaqua, una specie della famiglia degli Pteroclidi originaria dell’Africa sud-occidentale.

La peculiarità di questi uccelli

I risultati, osservano gli esperti, potrebbero ispirare le nuove generazioni di materiali assorbenti. “La natura – osserva Muellerriesce a creare strutture perfettamente efficienti, ed è sempre affascinante dal punto di vista ingegneristico riuscire a capire i meccanismi alla base di queste funzionalità“.

Gli Pteroclidi, spiegano gli esperti, nidificano a oltre 30 chilometri dai bacini idrici, per stare al riparo dai loro predatori. Per dissetare i pulcini che rimangono al sicuro nel nido, i maschi adulti sono in grado di trattenere circa il 15% del proprio peso corporeo in acqua. Le capacità uniche di questa specie sono conosciute da oltre 50 anni, ma finora non era chiaro come gli uccelli potessero accumulare acqua nelle piume.

La singolarità delle loro penne

In questo studio si ricerca, gli esperti hanno utilizzato tecniche all’avanguardia per analizzare le penne degli uccelli, sia in condizioni asciutte che bagnate. Gli studiosi hanno scoperto una struttura caratterizzata da componenti specifici, ottimizzati per trattenere l’acqua.

Allo stesso tempo, i ricercatori hanno scoperto che le piume riescono a raccogliere acqua grazie alla presenza di barbule posizionate tra le penne.

Applicazioni future

Queste scoperte – sostengono gli autori – potrebbero sostenere i futuri progetti ingegneristici che richiedono un assorbimento controllato, una ritenzione sicura e un facile rilascio di liquidi. Possibili applicazioni includono la progettazione di reti per raccogliere e trattenere l’acqua dalla nebbia e dalla rugiada nelle regioni desertiche o una borraccia progettata per evitare oscillazioni“.

Gli studiosi ritengono infine che questa strategia potrebbe essere implementata anche in ambito clinico. “Nei prossimi step – concludono gli scienziati – prevediamo di stampare strutture 3D basate sulle nostre intuizioni e perseguire applicazioni commerciali“.

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