Terremoto, ridotta la pena ad un rifugiato che aveva occupato abusivamente

Appello riduce a 4 mesi pena terremotato rifugiato nel campo. Rendina aveva rifiutato di lasciare tendostruttura a Pescara del Tronto
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La Corte d’Appello di Ancona ha ridotto a quattro mesi (pena sospesa e non menzione) la condanna a Enzo Rendina, il terremotato di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) arrestato dai carabinieri il 30 gennaio 2017 nel campo base dei vigili del fuoco a Pescara del Tronto, uno spazio dove durante la prima emergenza terremoto del 2016 era stato ospitato e che non voleva abbandonare. Era accusato di interruzione di pubblico servizio e resistenza a pubblico ufficiale. Per quest’ultima accusa all’epoca finì per un paio di giorni in carcere. In primo grado il tribunale di Ascoli lo aveva condannato a cinque mesi, riconoscendolo colpevole di entrambi i reati.

La Corte d’Appello di Ancona ha invece assolto Rendina per l’interruzione di pubblico servizio, condannandolo solo per la resistenza. Secondo l’accusa quel giorno i carabinieri avvicinarono Rendina che aveva trovato riparo nella tensostruttura riservata ai vigili del fuoco, cercando di convincerlo a trasferirsi nell’albergo messo a disposizione dal Comune di Arquata. All’ennesimo rifiuto i militari avevano cercato di portarlo via fisicamente e l’uomo avrebbe reagito, cercando di divincolarsi, finché i carabinieri non riuscirono a immobilizzarlo e portarlo via per arrestarlo e tradurlo in carcere. Annuncia ricorso in Cassazione il suo legale, avvocato Mauro Gionni, sostenendo che, “essendo venuta meno l’accusa di interruzione di pubblico servizio, non ci cono i presupposti per condannarlo per la resistenza a pubblico ufficiale.”

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