“Il Governo regionale sta lavorando per la realizzazione di un piano organico di misure per fare fronte alla crisi idrica e di adattamento ai cambiamenti climatici sul medio-lungo periodo. Le iniziative previste hanno ovviamente tempi di realizzazione diversificati anche in relazione all’entità dei finanziamenti necessari”. Lo ha detto l’assessore regionale Davide Sapinet rispondendo in aula ad un’interpellanza sul fabbisogno idrico per uso agricolo e potabile presentata dalla Lega Vda. “Nel settore potabile, a medio termine con l’avvio della realizzazione del piano di ambito dell’Ente di governo d’ambito del Servizio idrico integrato – ha aggiunto – sarà possibile rafforzare ulteriormente il sistema di approvvigionamento. Ricordo, inoltre, che i Comuni hanno disponibili dalla fine dello scorso anno 4 milioni di euro per realizzare interventi di potenziamento delle opere di captazione, anche mediante nuovi punti di prelievo, di interconnessione tra rami diversi delle reti di distribuzione e delle opere di accumulo”.
“Nel settore irriguo – ha proseguito –stiamo lavorando su due fronti. A medio-lungo termine è necessario predisporre una pianificazione che possa consentire un corretto e mirato dimensionamento di bacini di accumulo al fine di aumentare la resilienza del territorio. È prioritario passare attraverso uno studio, predisposto in sinergia con gli altri Assessorati coinvolti e tenuto conto anche delle esigenze di approvvigionamento di acqua potabile e per uso industriale che individui i luoghi più idonei per la realizzazione dei bacini di accumulo, le opere di trasporto necessarie per l’adduzione dell’acqua e il corretto dimensionamento dei bacini. Parliamo di opere costose e che non sarà possibile realizzarle ovunque”.
“Mancano ancora gli studi e i monitoraggi – ha replicato il consigliere Christian Ganis (Lega Vda) – che sono propedeutici all’avvio dei lavori più importanti. Dunque, l’estate 2023 sarà per tutti noi un’estate decisamente secca. Tra i numerosi interventi da realizzare pensiamo sia importante inserire nella strategia idrica regionale anche l’implementazione del riuso delle acque reflue e il recupero di quelle piovane. Il nostro patrimonio idrico è sempre più minacciato e, in ritardo rispetto alle necessità di intervento, si apprende che non esistono studi a supporto”.