Alluvione Emilia Romagna, salgono a 100 i Comuni coinvolti: “il territorio visto dall’alto sembra bombardato” | FOTO

Alluvione Emilia Romagna, Priolo: '”sono 27 le zone allagate, danni per miliardi a causa delle frane”
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Il numero dei Comuni coinvolti dai danni dell’alluvione degli ultimi giorni in Emilia Romagna si avvicina ai cento, un numero triplicato rispetto al sisma del 2012. Lo ha detto l’assessore regionale alla Protezione Civile dell’Emilia Romagna, Irene Priolo. Il territorio è bombardato, visto dall’alto è impressionate”, ha detto Priolo in conferenza stampa. “Stiamo lavorando col dipartimento per il censimento dei comuni da inserire nel decreto fiscale, sarà una mappatura attenta, realtà che oggettivamente hanno avuto danneggiamenti e necessitano dell’entrata in vigore di decreti”.

Gli evacuati sono saliti a 36mila, di questi 5mila sono presso hub istituiti da Comuni, mentre gli altri sono in autonoma sistemazione”. L’allerta rossa emanata anche per domani in Emilia Romagna “non è per criticità dovute al quantitativo di piogge attese, ma per le frane. Le principali sono 305 nelle province dell’Emilia-Romagna, soprattutto a Forlì-Cesena dove sono 127. Nel Ravennate sono 90 e 49 nel bolognese, 12 in provincia di Modena, 14 in provincia di Reggio Emilia, 13 in provincia di Rimini“, spiega Priolo. “Le frane e il maltempo di questi giorni hanno provocato danni per miliardi alle strade, in particolare quelle appenniniche. Dovremo ricostruire interamente, cambiare completamente la morfologia della rete viaria, sono caduti interi versanti. E le frane non sono ferme“, ha aggiunto Priolo. Per quanto riguarda la viabilità, sono oltre 500 le strade chiuse, totalmente o parzialmente.

I dettagli delle frane: 127 in provincia di Forlì Cesena: Modigliana, Dovadola, Predappio e Roncofreddo. E ancora: Casola Valsenio, Cesena, Meldola, Tredozio, Mercato Saraceno, Montiano, Sarsina, Santa Sofia, Civitella di Romagna, Galeata, Bertinoro, Meldola, Portico e San Benedetto, Premilcuore e Rocca San Casciano. Novanta in provincia di Ravenna: Casola Valsenio e Brisighella; 49 in provincia di Bologna: tra i comuni più colpiti Fontanelice (con 9 frane), poi Loiano, Casalfiumanese, Monte San Pietro. Frane anche a Monzuno, Imola, Borgo Tossignano, Castel del Rio, Monterenzio, Monghidoro, Castel San Pietro Terme, Monte San Pietro, Pianoro, Sasso Marconi, Bologna, Valsamoggia; 12 in provincia di Modena: Montecreto, Polinago, Prignano sulla Secchia, Serramazzoni, Zocca, Pavullo nel Frignano, Fiorano modenese, Montese; 14 in provincia di Reggio Emilia: Canossa, Baiso, Carpineti, Toano, Villa Minozzo, Ventasso; 13 in provincia di Rimini: il più colpito Montescudo, con 6 frane, poi Casteldelci, Sant’Agata Feltria, Novafeltria e San Leo. Tutte le squadre di rilevatori (soprattutto nel ravennate e in provincia di Forlì-Cesena) sono in campo per ulteriori aggiornamenti, anche con i droni laddove le strade non risultino più percorribili.

Ieri avevamo segnalato 18 zone allagate nel nostro territorio, se ne sono aggiunte 9 in 3 aree, Conselice, Lugo e Ravenna nella zona nord”. A Ravenna le acque stanno defluendo nel reticolo minore. Questo perché, aggiunge Priolo, le manovre già adottate ieri con il Canale emiliano-romagnolo, con aperture controllate degli argini che permettono di far defluire le acque “sta funzionando, siamo passati a far scolare 1,5 milioni di metri cubi d’acqua“, sempre in quelle zone. Nei territori dove l’acqua è già scesa, invece, adesso si sta passando a spurgare e poi a pulire e per questo, spiega ancora il vicepresidente della Regione, “abbiamo emesso un’ordinanza che permette di usare gli autospurgo per buttare l’acqua nelle fogne e ammassare i fanghi solidi per essere magari riutilizzati per le riarginature“. Perché, precisa, “sembra una banalità, ma i fanghi soni considerati rifiuto e andrebbero smaltiti in discarica“. Insomma è “un primo passo verso il ritorno alla normalità”.

La situazione dei fiumi

Quanto ai fiumi, nell’allerta di domani si segnala un innalzamento su Panaro, Secchia e Reno, “ma non prevediamo esondazioni“, aggiunge l’assessore. Sul Reno, per esempio, “non abbiamo avuto problemi, anche perché si è intervenuti sugli affluenti, come si sta intervenendo sul Sillaro”, il cantiere in corso a Conselice vede l’uso di massi ciclopici. Quanto all’Idice “ha cambiato completamente il suo corso, ora confluisce in una zona di Selva Malvezzi che sta facendo da area di laminazione e si sta drenando nei canali”. Il Panaro ha raggiunto la soglia più alta di sempre negli eventi meteo precedenti, e “non abbiamo sentori” che accada ancora, ma di certo “il territorio è bombardato“, ammette l’assessore. I fiumi esondati in questa emergenza, rendiconta, sono 21 e ora per sistemare la situazione “non si può solo arginare la falla, parliamo di miliardi di euro”.

È necessario tenere alta la guardia – aggiunge Priolo – Stiamo continuando l’assistenza alla popolazione e siamo in stretto contatto con i sindaci della zona appenninica, soprattutto per capire se ci sono criticità in termini di approvvigionamento di acqua e cibo. La vastità di questo evento è enorme e c’è gente che in un attimo ha perso tutto. Ad oggi è difficile fare un’accurata stima dei danni, ma parliamo sicuramente di miliardi. L’Emilia Romagna sta dando il meglio di sé, ed è importante che il governo resti al nostro fianco“.

Prima stima 620 milioni di danni a strade e ferrovie

Oltre 620 milioni di danni alle infrastrutture dell’Emilia Romagna, tra rete viaria e ferrovie. È una prima stima, molto sommaria, tenuto conto che manca gran parte della viabilità comunale. Oggi pomeriggio il vertice a Bologna, in Prefettura, alla presenza del Presidente della Regione, Stefano Bonaccini, dell’assessore ai Trasporti e Infrastrutture, Andrea Corsini, e dei Ministri Matteo Salvini (Infrastrutture e Trasporti) e Matteo Piantedosi (Interno). “Dal punto di vista della quantificazione dei danni, abbiamo con l’assessore Corsini e tutta l’infrastruttura, stimato solo per le strade provinciali mezzo miliardo di euro ma manca tutta la parte di strade comunali“, ha detto Bonaccini. “E’ un dato che ovviamente aumenterà. Ci sono oltre 500 strade interrotte o distrutte“.

Per quanto riguarda la Città metropolitana di Bologna, i danni alla viabilità ammonterebbero a 110 milioni di euro. Per la provincia di Forlì-Cesena, si parla di 95 milioni, a cui si aggiungono, per la sola viabilità comunale, 42,5 milioni a Cesena, 2-3 milioni a Bertinoro e 1,7 milioni a Galeata. Nel Ravennate, una prima stima oscilla tra 120 e 150 milioni di euro. Nel Riminese, al momento ci sarebbero 8 milioni di danni, a cui vanno aggiunti per la viabilità comunale 1 milione a Rimini, 700mila euro a Maiolo e 4 milioni a Sant’Agata Feltria.

Si tratta di un totale molto parziale, perché manca ancora la maggior parte della viabilità comunale – spiega Corsini -; ancora incompleta anche la stima per quella provinciale, su cui nei prossimi giorni partirà la verifica. Serviranno indubbiamente molte risorse dal Governo per ripristinare nel più breve tempo possibile la viabilità di accesso e collegamento alle località collinari e appenniniche, partendo da quelle frazioni e quei paesi completamente isolati. Abbiamo bisogno del Governo – conclude l’assessore -, non solo per le risorse ingenti che serviranno ma anche per strumenti e norme speciali per velocizzare gli iter di ricostruzione“.

Per quanto riguarda la parte di competenza di Anas (viabilità statale), ad oggi la stima è di 100 milioni di euro di danni. Poi c’è tutta la parte delle ferrovie, con una stima totale dei danni che al momento arriva a 105 milioni, di cui 90 per infrastrutture in capo a RFI e 15 di competenza di FER.

Eventi franosi ce ne sono ancora, c’è ancora acqua che sta purtroppo allagando alcune parti del Ravennate. Abbiamo un dissesto che interessa anche le infrastrutture, abbiamo attive in questo momento 305 frane e, probabilmente, rischiamo che se ne possano vedere altre nelle prossime settimane”, ha detto Bonaccini.

Il ponte sulla Meldola-Pian di Spino (SP78), nel Forlivese, ha ceduto ed è prevista la demolizione.

Volontari

L’assessore fa anche la conta dei volontari in campo per aiutare la popolazione: sono circa 1.200 e un migliaio appartengono alle Colonne mobili nazionali e a quelle delle Regioni Lombardia, Veneto, Friuli Venezia-Giulia e Provincie autonome di Trento e Bolzano. Gli altri 200 appartengono ad associazioni e Coordinamenti provinciali del volontariato della Regione Emilia-Romagna. Al numero verde 800024662, attivato dalla Regione per rispondere, sette giorni su sette dalle 8 alle 20, ai quesiti legati all’emergenza alluvione, sono arrivate sinora circa 2.000 chiamate (dato delle 13 di oggi). Tra le maggiori richieste, a chi rivolgersi per avere beni di prima necessità e informazioni sulla mobilità, oltre a domande di intervento che sono state girate ai soggetti competenti. Infine le donazioni. Sul conto corrente istituito dalla Regione sono arrivati 1,5 milioni di euro di donazioni di singoli cittadini, e anzi, precisa Priolo, “dovremmo avere anche un’estensione del programma, tanti donatori ci sono”. È stata poi attivata mail specifica per le realtà che vogliono fare donazioni per i materiali, conclude.

ASI: “grazie a satelliti acquisite immagini per mappare le aree allagate”

A seguito dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna, su attivazione del Dipartimento di Protezione Civile, Fondazione Cima ed Agenzia Spaziale Italiana (ASI) hanno predisposto, in accordo col Dipartimento, un piano di acquisizione di immagini satellitari fornite dei satelliti Cosmo-SkyMed di Prima e Seconda generazione per mappare in tempi rapidi le aree allagate. I satelliti della costellazione Cosmo-SkyMed sono dotati di un radar ad apertura sintetica (Sar) capace di acquisire immagini sia di giorno che di notte ed in presenza di nuvole e pioggia. Tale strumento ha permesso di osservare le zone interessate dall’evento con una risoluzione elevata (dell’ordine dei 3m), su un’area abbastanza ampia (40×40 km).

In particolare, nel pomeriggio del 17 maggio 2023, tra le 17 e le 17.15 UTC (19-19.15 ora locale) sono state acquisite due immagini: una ha osservato le zone comprese tra Imola e Forlì e l’altra l’area tra Forlì e Cesena. A ciascuna acquisizione è stata associata un’immagine pre-evento estratta dall’archivio della missione, acquisita con gli stessi parametri geometrici, allo scopo di effettuare un confronto applicando algoritmi di ”change detection”. Tale metodo ha consentito di identificare la presenza di acqua in aree rurali ed ha inoltre permesso di discriminare le aree allagate dai corpi d’acqua permanente.

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