Alluvione Emilia Romagna, Bonaccini: “per ora circa 500 evacuati ma l’emergenza non è finita”

“L’Emilia Romagna si rialzerà” dopo l’alluvione che l’ha colpita, afferma il Presidente Bonaccini: “presto iter per chiedere lo stato emergenza e risorse per i danni”
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Pioggia incessante per più di 48 ore, frane ed esondazioni di numerosi corsi d’acqua, soprattutto nel ravennate e nel bolognese: in Emilia Romagna è emergenza alluvione. “Per ora abbiamo circa 500 evacuati, ma dobbiamo monitorare la situazione: per 24 ore ancora in diverse zone del ravennate, imolese e bolognese l’emergenza non è terminata”. Lo afferma il Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini a Menabò su Radio1. “Sono stati interessati, cosa mai accaduta, 13 fiumi e laddove è avvenuto l’allagamento non è stato per cedimento degli argini – ciò è accaduto solo in un piccolo caso – ma per sormonto“, continua. “Ho già firmato la richiesta di mobilitazione nazionale” e “inizieremo la procedura per chiedere al più presto lo stato di emergenza per avere le risorse che servono per riparare i tantissimi danni”, ha aggiunto Bonaccini. “L’Emilia Romagna si rialzerà, non ne ho dubbi, conoscendo la nostra gente”.

Domani mattina, Bonaccini incontrerà a Faenza i sindaci del ravennate, per fare un primo punto della situazione; seguirà successivamente un incontro a Imola con sindaci del bolognese. Agli incontri saranno presenti il Presidente della Provincia di Ravenna, Michele De Pascale, e il sindaco della Città metropolitana di Bologna, Matteo Lepore.

Una situazione che non ha precedenti storici, non era mai caduta così tanta acqua in poco tempo – ha sottolineato Bonaccini, che oggi ha incontrato la stampa con il vicepresidente, Irene Priolo, e il sottosegretario Davide Baruffi, al termine di un vertice operativo al Centro operativo della Protezione Civile regionale a Bologna -. Desidero rivolgere il mio grazie al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che mi ha chiamato esprimendo vicinanza alla popolazione e ai territori, e gratitudine ai volontari e alla Protezione Civile. Rinnovo inoltre il mio ringraziamento al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per la vicinanza e il sostegno che ci ha garantito”. “Abbiamo già avviato la procedura per la richiesta al Governo dello stato di emergenza nazionale  – ha proseguito il Presidente -. Fin dalla scorsa notte, la Protezione Civile regionale è al lavoro incessantemente, insieme ai Vigili del Fuoco, all’Esercito, alle Forze dell’ordine e a tanti volontari, mentre insieme alla vicepresidente Priolo siamo in contatto costante con i sindaci dei territori colpiti. Purtroppo contiamo due vittime, oltre a centinaia di famiglie costrette a lasciare le loro abitazioni dopo evacuazioni, soprattutto a scopo preventivo“.

Desidero, infine – ha concluso Bonaccini – ringraziare le Regioni che hanno inviato personale e mezzi e a tutto il sistema regionale impegnato da ore e ore nel prestare aiuto a chi ha bisogno e nella realizzazione degli interventi necessari”.

Priolo ha sottolineato l’eccezionalità della situazione, sia per il tempo di ritorno (un evento così ogni 100 anni), sia per la piena contemporanea di 13 fiumi in allerta rossa. Per la maggior parte si tratta di affluenti del Reno: la crisi ha riguardato, quindi, il cosiddetto reticolo minore. Attualmente la situazione più delicata riguarda il fiume Lamone, che ha tracimato per la tanta acqua caduta, rompendo anche gli argini. A questo proposito, alta è l’attenzione per Bagnacavallo, nel ravennate: qui ci sono alcune frazioni interessate dalla rottura sul Lamone, e si sta cercando di evitare ulteriori allagamenti.

Mentre sul Sillaro si lavora già da ieri per sistemare i danni, “sul Lamone – ha spiegato Priolo – stiamo accedendo ora, e raggiungendo la rottura di argine. In generale, i Consorzi stanno effettuando manovre idrauliche per scaricare parte dell’acqua nella rete di bonifica, alleggerendo così la portata dei fiumi e dei corsi d’acqua, e quindi anche del reticolo minore”.

E’ scesa davvero tanta acqua. Tra ieri e questa mattina 200 millimetri nella zona più colpita, il quantitativo che scende in due mesi. Non pioveva così da più di cento anni. Un fenomeno improvviso che ha fatto il paio con l’uso del territorio da parte dell’uomo“, ha detto il sindaco di Bologna Lepore, a “Tagadà” su La7.

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