Alluvione Emilia-Romagna: trovata la 14ª vittima, “in 36 ore la pioggia di 6 mesi”. Il punto della situazione

Continua ad aggravarsi il già pesante bilancio delle vittime dell'ondata di maltempo che ha travolto l'Emilia-Romagna
MeteoWeb

Un uomo di 84 anni è stato trovato morto questa mattina nel fango nel cortile di casa a Faenza, in zona stazione: la notizia è stata in diretta a “Mattino 5”, durante il collegamento in diretta con il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Il bilancio delle vittime confermate sale quindi a 14. In precedenza il vicepresidente della Regione Emilia Romagna, Irene Priolo aveva riferito a SkyTg24 che “i dati delle prefetture parlano di 13 vittime e un disperso“. Sulla scorta delle previsioni meteo “qualche preoccupazione permane nella fascia pede-collinare, anche con queste piccole precipitazioni, perché noi abbiamo movimenti franosi costanti e quindi ci sarà una evoluzione di questo quadro nei 48 comuni che hanno avuto più di 250 frane. Detto questo siamo già all’opera per supportare tutti i Comuni e la popolazione nel ripristino pere il ritorno alla normalità. Stiamo organizzando 14 squadre delle colonne mobili della Protezione Civile che possano intervenire sui comuni per aiutarli: 8 andranno nel Ravennate, 3 andranno nel Bolognese e 3 in provincia di Forlì-Cesena,” ha proseguito Priolo. “Gli sfollati sono circa 10mila“.

E’ caduta in 36 ore la quantità d’acqua che cade in 6 mesi,” ha ricordato Bonaccini a Mattino 5. “L’acqua non veniva più assorbita dal terreno o molto poco, defluiva nei fiumi, solo che i fiumi che solitamente scaricano in mare, a causa di questo effetto incredibile e inedito vedeva il mare con le mareggiate respingere l’acqua, anzi il mare quasi ingrossava i fiumi verso l’entroterra. Il professor Cacciamani, meteorologo esperto di fama internazionale, l’altra sera raccontava che non conosce a memoria d’uomo un evento del genere“. “La priorità ora è far defluire l’acqua, che è tantissima, e poi vanno smaltiti fango, rifiuti e detriti, ho emesso ieri una ordinanza a tempo di record“. “Per arrivare in alcuni luoghi, dove con le frane era stata interrotta la circolazione servono mezzi e personale specializzato, non i semplici volontari, avremo bisogno di tante risorse“.

Le 14 vittime sono l’unica cosa che non possiamo restituire alle loro famiglie, il resto lo ricostruiremo,” ha dichiarato il presidente Bonaccini, in collegamento con la trasmissione “Omnibus” su La7 confermando il ritrovamento della 14ª vittima a Faenza. Sono 5 i morti accertati nel Ravennate, come confermato dalla Prefettura. A questi si aggiungono le vittime comunicate dalla Regione: inizialmente 9, scese poi a 8. Una persona che in un primo tempo era entrata nel conto delle vittime in quanto si pensava fosse rimasta intrappolata in un’auto, infatti, è stata invece ritrovata al sicuro.

A Faenza il bilancio è di 700-800 evacuati nelle strutture messe a disposizione, ma il numero complessivo di persone in difficoltà abitativa potrebbe aggirarsi sui 2.000-2.500, secondo il Sindaco Massimo Isola.

Sono 650 le persone finora soccorse con i mezzi aerei messi a disposizione dalle varie strutture operative: lo riferiscono i Vigili del fuoco riferendosi al maltempo in Emilia Romagna. “Gli specialisti del soccorso stanno operando con ogni mezzo a disposizione per arrivare prima e portare aiuto“. Nella regione 1.097 vigili del fuoco, di cui 637 giunti in rinforzo da altre regioni, sono impegnati nelle operazioni di soccorso. 302 sono al lavoro nella provincia di Forlì e 419 in quella di Ravenna, i territori dove permangono le maggiori criticità. Circa 300 sono i soccorritori acquatici, 80 gli esperti nelle operazioni di prosciugamento con pompe e idrovore, 34 le unità specialistiche speleo alpino fluviali, 25 i sommozzatori. Dei 400 mezzi impiegati attualmente nei luoghi colpiti dal maltempo, 31 sono piccoli natanti, 5 gli anfibi, 10 le pompe e idrovore, 5 gli elicotteri e 10 i droni. Ben 2.175 gli interventi effettuati finora: 891 a Bologna, 610 a Ravenna, 411 a Forlì Cesena, 263 a Rimini.

Il Comune di Ravenna ha disposto l’evacuazione totale e immediata delle frazioni Piangipane e Santerno e delle diverse case sparse che guardano sulla SS 16. L’amministrazione ricorda che è obbligatorio lasciare l’abitazione, fino a cessata esigenza. Per chi non dispone di luoghi dove ripararsi, è stato istituito come punto di accoglienza, presidiato da apposito personale e attrezzato per offrire vitto e alloggio al museo Classis di Classe, in via Classense 29. L’Amministrazione comunale ha rivolto stamattina un appello “urgentissimo” alla popolazione per “spostarsi solo in caso di necessità“. “Chi non deve evacuare e non ha una indifferibile ragione per farlo non deve assolutamente spostarsi. La circolazione è congestionata e le strade devono essere lasciate libere per la gestione dell’emergenza. Vi chiediamo di aiutarci in questo modo a soccorrere la cittadinanza“.

Circolazione regolare durante la notte sulla rete autostradale in Emilia Romagna, anche sul tratto di SS9 tra Forlì e Faenza che ha raccolto il traffico fatto uscire dalla A14 per lavori di ripristino della sede stradale. Riaperta la A14 nel tratto Forlì-Cesena alle ore 06,30 ed è transitabile grazie ad uno scambio di carreggiata con una corsia per senso di marcia. Si registrano 5 km di coda in direzione sud e 1 km direzione nord nei punti di restringimento delle due carreggiate. E’ ancora vigente il provvedimento del Prefetto di Ravenna che ha disposto il divieto di circolazione dei veicoli commerciali con massa superiore a 5 tonnellate su tutte le strade comunali, provinciali e statali della provincia di Ravenna – fatta eccezione per le autostrade e gli itinerari ad esse alternativi, fino a cessate esigenze (salvo rivalutazioni sulla base dell’evolversi della situazione); sono esclusi dal divieto i mezzi di soccorso e in genere tutti quelli utilizzati dagli attori del sistema di Protezione Civile per fare fronte all’emergenza. E’ altresì vigente il divieto di circolazione per i veicoli di massa superiore alle 3,5 t sulla SS 3 bis Tiberina in direzione di Cesena. Pertanto all’uscita di San Sepolcro detti mezzi vengono indirizzati in direzione di Arezzo sulla SS 73 per raggiungere la A1 e proseguire in direzione di Bologna.

La linea ferroviaria alta velocità è ripresa “pur con qualche rallentamento” in Emilia-Romagna: lo ha spiegato in una nota il ministero delle Infrastrutture e trasporti. “Massima attenzione del vicepremier e Ministro Matteo Salvini per l’emergenza in Emilia-Romagna. Il primo aggiornamento di questa mattina, a proposito di trasporti ferroviari, rassicura a proposito della linea alta velocità che è ripresa pur con qualche rallentamento“. “In generale, Bologna e Faenza sono di nuovo collegate dai treni mentre è difficile fare previsioni su altre linee ferroviarie chiuse. L’obiettivo è tornare progressivamente alla normalità, nella consapevolezza che la tratta Bologna-Rimini è particolarmente problematica“.

Per monitorare nel modo migliore possibile la situazione meteo in tempo reale, di seguito forniamo un elenco delle pagine con tutte le informazioni utili per seguire il nowcasting meteorologico minuto per minuto:

Allagamenti, frane e smottamenti nelle aree rurali

In Romagna nell’arco di soli 2 giorni si sono abbattute ben 30 bombe d’acqua su un territorio reso fragile dalla prolungata siccità a causa della caduta al nord del 40% di precipitazioni in meno nel primo quadrimestre dell’anno“: è quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sui dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) e di Isac Cnr in riferimento all’alluvione che ha colpito la Romagna con dispersi e vittime per le quali si esprime profondo cordoglio. “La furia del maltempo – sottolinea la Coldiretti – si è scatenata su terreni secchi che non sono riusciti ad assorbire l’acqua che è caduta violentemente provocando allagamenti, frane e smottamenti nelle aree rurali dove molte aziende agricole risultano irraggiungibili con problemi per la consegna del latte munto ma anche per garantire acqua e alimentazione agli animali allevati“.

Sono oltre 5mila secondo la Coldiretti “le aziende agricole colpite dal maltempo per frane o allagamenti che mettono a rischio nell’intera filiera almeno 50mila posti di lavoro tra agricoltori e lavoratori dipendenti nelle campagne, nelle industrie e nelle cooperative di lavorazione e trasformazione, con danni al momento incalcolabili in attesa del deflusso delle acque e del fango. Il settore più colpito – precisa la Coldiretti – è quello dell’ortofrutta con il lento deflusso dell’acqua rimasta nei frutteti che “soffoca” le radici degli alberi fino a farle marcire e il rischio di far scomparire intere piantagioni che impiegheranno 4 o 5 anni prima di tornare produttive“.

A causa della cementificazione e dell’abbandono l’Italia ha perso quasi un terzo (30%) dei terreni agricoli nell’ultimo mezzo secolo con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari ed effetti sulla tenuta idrogeologica del territorio e sul deficit produttivo del Paese e la dipendenza agroalimentare dall’estero. Il risultato – sottolinea la Coldiretti – è che in Italia oltre 9 comuni su 10 in Italia (il 93,9% del totale) secondo l’Ispra hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico per frane ed alluvioni Ma la percentuale arriva al 100% in molte regioni come l’Emilia Romagna. Per effetto delle coperture artificiali il suolo non riesce a garantire l’infiltrazione di acqua piovana che scorre in superficie aumentando la pericolosità idraulica del territorio nazionale secondo l’Ispra“.

Per questo – continua la Coldiretti – l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne. Ma serve anche approvare la legge contro il consumo di suolo che giace in Parlamento da oltre 10 anni“.

Serve garantire l’arrivo degli aiuti nel minor tempo possibile e dare a queste zone martoriate la possibilità di riparare i danni e ripartire con la nomina di un Commissario alla ricostruzione come fatto ai tempi del terremoto,” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. E’ anche necessario investire “nei bacini di accumulo che diventano quindi fondamentali per la sicurezza di tutto il nostro Paese, conservando l’acqua in eccesso per ridistribuirla quando serve utilizzando al meglio le risorse del Pnrr, dei fondi di coesione e del REpowerEU. A fronte di questa situazione climatica – continua Prandini – è infatti strategico intervenire con progetti di lungo respiro che vadano oltre l’emergenza come il piano elaborato dalla Coldiretti con Anbi che punta ad aumentare la raccolta di acqua piovana, oggi ferma all’11%, attraverso la realizzazione di invasi che garantiscano acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, aiutando anche la regimazione delle piogge in eccesso nei momenti di maggiori precipitazioni come quello attuale“.

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