Alluvione Emilia-Romagna, climatologo: “200 mm in 30 ore, dato anomalo per il periodo”

Queste ondate di maltempo "sono solite verificarsi nella fase autunnale, non in quella primaverile"
MeteoWeb

Nell’area più piovosa, quella dell’appennino bolognese e del ravennate sono stati stimati 200 mm di pioggia in 30 ore. Questi numeri non sono da ritenersi anomali in quanto questo genere di perturbazioni si verifica con tempi di ritorno di 4 o 5 anni. E’ invece, inconsueto il periodo“: a sottolinearlo, interpellato dall’AGI, è Massimiliano Fazzini, climatologo e Coordinatore Team Rischio Climatico della Società Italiana di Geologia Ambientale, commentando l’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna. Queste ondate di maltempo, ha proseguito Fazzini, “sono solite verificarsi nella fase autunnale, attorno a settembre-ottobre, e non in quella primaverile. Il fatto che fino ad un mese e mezzo fa, la regione dell’Emilia Romagna sia stata investita da una siccità con precedenti che risalgono a settant’anni fa è certamente un segnale eccezionale ma, dal punto di vista scientifico, è troppo presto per dire che ciò dipende da cambiamento climatico“.

Spesso il cambiamento climatico viene usato come scudo per nascondere l’incuria,” ha evidenziato il climatologo. “La scarsa manutenzione di argini e fiumi e un uso improprio del suolo sono fattori che influiscono sulle conseguenze delle perturbazioni“. Secondo Fazzini vi è una duplice criticità alla base dei disastri che hanno investito di recente l’Emilia-Romagna: “Lo spopolamento delle aree montane e alto collinare e l’eccessivo uso del suolo, a causa dell’industrializzazione nelle aree pianeggianti pedecollinari hanno determinato l’incapacità del suolo reagire in modo resiliente, come accadeva in passato“.

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