“Il bilancio delle ultime 24 ore in Emilia Romagna è purtroppo di due persone decedute a causa delle conseguenze delle forti piogge cadute in queste ore. Gli interventi dei Vigili del Fuoco sono ormai oltre 600. Sul campo sono impegnati 300 uomini, con rinforzi arrivati da Veneto, Lombardia, Abruzzo e Toscana, che hanno evacuato decine di persone bloccate dall’acqua e che stanno provvedendo tuttora a mettere in sicurezza persone e cose”. Così in una nota il sottosegretario all’Interno, Emanuele Prisco, in merito all’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna. “Sono in costante contatto con il Dipartimento e i comandi provinciali dei Vigili del Fuoco della Regione Emilia Romagna, per seguire le evoluzioni dell’emergenza – tuttora in corso – e ringrazio i Vigili del Fuoco e tutti gli altri soccorritori per la prontezza con cui stanno rispondendo alle necessità delle popolazioni coinvolte nelle tre province di Bologna, Ravenna e Forlì Cesena”.
“Per domattina è convocato il Con presso il Viminale per gli aggiornamenti sull’emergenza. Desidero esprimere la mia vicinanza all’Emilia Romagna e, in particolare, ai familiari delle vittime e ringrazio i Vigili del Fuoco e tutti gli altri soccorritori per la prontezza con cui stanno rispondendo da ore sul campo a questa emergenza“, ha aggiunto.
Tajani: “il governo monitora minuto per minuto la situazione”
Il governo sta monitorando “minuto per minuto” la situazione dell’alluvione in Emilia Romagna e farà tutto il possibile per aiutare questa regione. Lo ha dichiarato il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenendo al programma “Stasera Italia” in onda su Rete4. “Stiamo monitorando la situazione grazie alla Protezione Civile e siamo vicini alle famiglie delle vittime e alla gente dell’ Emilia Romagna. Ho parlato con i nostri parlamentari emiliani che seguono la situazione con grande apprensione. Faremo tutto il possibile per aiutare questa regione“, ha detto Tajani, ricordando che presto sarà nominato il nuovo commissario per l’emergenza siccità, a dimostrazione dell’impegno del governo “per affrontare una situazione che non può essere affrontata in pochi mesi”. “Bisogna che ogni regione e ogni comune faccia la sua parte per tutelare le abitazioni, gli alvei dei fiumi”, ha aggiunto.
Musumeci: “emergenza strutturata, serve nuovo approccio”
“Aspettiamo di conoscere l’entità dei danni” ma è chiaro che “il cambiamento climatico impone a ciascuno di noi una maggiore attenzione: stiamo procedendo a definire un provvedimento di legge per le procedure di accelerazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico e a un altro provvedimento per accelerare e per omogeneizzare le procedure di ricostruzione”. Lo ha detto il Ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, a Tg2 Post. “Ci sono alle spalle anni di mancata programmazione: non è questo il momento di fare di fare polemiche ma certamente c’è da recuperare tantissimo tempo perduto”, spiega. “In questo momento dobbiamo stare molto attenti al fenomeno delle frane, perché di solito dopo piogge abbondanti poi il terreno tende a scivolare verso valle. Questo particolare fenomeno di bomba d’acqua (anche se ormai non è più un fenomeno, perché è entrato nell’ordinarietà), quando arriva dopo la siccità, diventa ancora più pericoloso”.
“Non parlerei più di emergenza: questa è un’emergenza strutturata. Ormai da un decennio ci siamo resi conto che il processo di tropicalizzazione è arrivato anche in Italia e ha colpito in particolare le regioni del Sud ma, come si vede, arriva anche al Nord ed è caratterizzato da lunghi periodi di siccità e da intense precipitazioni nello spazio di poche ore. Serve un nuovo approccio: dobbiamo abituarci a comprendere che questo purtroppo è un aspetto del cambiamento climatico con quale saremo chiamati a convivere per i prossimi anni, fino a quando non avremo dotato il territorio nazionale di una infrastrutturazione talmente diffusa da poter neutralizzare o ridurre il danno“, sottolinea Musumeci.
Per farlo, potranno essere utilizzati i fondi del PNRR? “Quelli che sono già dotati di progetto sono già coperti e altri potranno esserlo. Nel giugno del 2026 le opere finanziate col PNRR dovranno essere collaudate e completate quindi parliamo di opere non di particolare impatto: le opere strategiche, quelle più significative, possono essere finanziate anche con altre risorse. Non ce ne sono tante, ma quelle che ci sono hanno bisogno di procedure particolarmente snelle e agili ed è per questo che nei prossimi giorni porterò al Consiglio dei ministri un disegno di legge che prevede l’accelerazione nei processi di ricostruzione”.