Le politiche ambientali per la mitigazione del clima sono un argomento altamente sensibile che ha aperto un dibattito acceso nel mondo scientifico e non solo. L’orientamento governativo attuale è quasi esclusivamente influenzato dagli economisti. In uno studio pubblicato di recente su Nature climate change, vengono riportate le opinioni dei filosofi, che rispetto agli economisti sollevano questioni etiche.
Nel suddetto studio, viene evidenziato come i gruppi dei filosofi offrano un forte sostegno perché venga offerto un tasso di sconto sociale effettivo del 2%, un valore che è anche prevalentemente sostenuto da economisti. Gli esperti hanno usato un approccio multidisciplinare per approfondire le tematiche di politica climatica in linea con gli obiettivi climatici delle Nazioni Unite presenti nel modello di valutazione integrato DICE.
Il dibattito tra filosofi ed economisti sui cambiamenti climatici
Tuttavia, questo apparente accordo tra filosofi ed economisti nasconde importanti differenze di opinioni sulle questioni di etica intergenerazionale sulle questioni di benessere sociale che spingono a una valutazione della politica climatica da adottare nell’immediato futuro. Inoltre, i valori sulle quali si basano le teorie di politica climatica sostengono gli obiettivi climatici delle Nazioni Unite secondo l’Accordo di Parigi.
Eppure ogni disciplina si serve di competenze distinte. Gli economisti forniscono sulle estensioni tecniche mentre i filosofi si basano su questioni etiche di sicurezza sociale, e sul diritto alla stabilità sociale e alla pianificazione delle generazioni future.
Come affrontare il futuro incerto
Quando si stima il costo del benessere della comunità relativamente ai futuri danni climatici è fondamentale incorporare un modello coerente che concerne il benessere intergenerazionale che si fonda su prospettive multidisciplinari. I diversi motivi sostenuti dai filosofi sono complementari a quelli degli economisti e raccomandano che poiché il tasso di sconto dipende dall’ipotesi di una scarsità futura, i beni naturali, investimenti monetari, e il progetto di infrastrutture ecc. dovrebbero essere scontati a diversi tassi. Se ci sono reali problemi di sostenibilità e non riusciamo a prendere la strada verso uno sviluppo sostenibile, quindi il tasso di crescita del consumo pro capite sarà negativo.
Se il rapporto tra i costi futuri/ benefici matura, ad esempio, nei servizi dell’ambiente, per un tasso di sconto molto basso, sulla base di un’aspettativa di aumento dei prezzi relativi per queste merci. Se siamo preoccupati per il rischio sociale, allora i governi dovrebbero all’interno della valutazione della politica climatica, offrire alla popolazione un’opzione ragionevole in un mondo pieno di incertezze, come quello attuale.