Perdere chili è una sfida complessa, e per riuscirci le persone si affidano alle diete più disparate: tra quelle di maggiore tendenza ci sono le diete a digiuno intermittente. Si definiscono al plurale perché ne fanno parte regimi a digiuno periodico e schemi ad alimentazione limitata nel tempo. Queste diete sono diventate popolari non solo per il loro effetto sul girovita, ma soprattutto perché il digiuno saltuario sembrerebbe avere effetti benefici sull’organismo in termini di prevenzione.
Il digiuno, infatti, agirebbe sulla regolazione metabolica e sui ritmi circadiani individuali, portando a un miglioramento dello stato di salute e a una riduzione del rischio metabolico e cardiovascolare. Adattare intere giornate di digiuno alla vita sociale e lavorativa è la sfida di questi schemi dietetici, ma per chi deve affrontare un dimagrimento importante per motivi di salute, possono essere le più facili da seguire. “Da un punto di vista psicologico sono percepite come meno punitive, perché è più semplice stare a stecchetto intere giornate o saltare singoli pasti, piuttosto che mangiare sempre poco” commenta Laura Rossi, ricercatrice del Crea Alimenti e Nutrizione.
“Tuttavia, bisogna stare molto attenti a prescriverle a persone fragili o che hanno un rapporto emotivo con il cibo, perché sono diete potenzialmente pericolose nell’induzione di un disturbo del comportamento alimentare, se questo è latente”. Perciò è importante non sottoporsi alle diete del digiuno intermittente, soprattutto se comportano una forte restrizione calorica o digiuni prolungati, senza controllo medico. Rispetto alle diete ipocaloriche, sono più difficili da bilanciare per quello che riguarda l’apporto in macro e micronutrienti, e potrebbero portare più facilmente di altre diete a carenze, specie se prolungate nel tempo.