Emergenza in Emilia Romagna, Prodi: “occorre tornare al sistema idrologico nazionale, e la cura dei corsi d’acqua”

L'esperto Franco Prodi afferma che non c'è una frequenza in generale delle alluvioni, ma degli eventi meteorologici con danni ingenti, manca la cura ai corsi d'acqua e il sistema di gestione deve essere nazionale
MeteoWeb

Franco Prodi, professore di Fisica dell’atmosfera all’Università di Ferrara e direttore dell’istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del CNR ha rilasciato un intervista al giornale “La Verità”. L’esperto viene definito “negazionista del clima” in quanto ha firmato una petizione con Clintel Italia (Climate intelligence) in cui si legge che “non ci sono prove statistiche che il riscaldamento globale stia intensificando uragani, alluvioni, siccità e simili eventi naturali, o aumentando la loro frequenza. […] I cambiamenti climatici non vanno confusi – come troppo spesso si ascolta dai mezzi di informazione e dalle dichiarazioni di alcuni responsabili politici – con gli eventi meteorologici, e le alluvioni non dipendono solo dagli eventi meteo-climatici, ma anche dalla geomorfologia e dall’uso del suolo. Le cause dei danni dovuti agli eventi alluvionali e che vengono associati ai cambiamenti climatici sono invece dovuti nella loro quasi totalità a scelte di pianificazione territoriali e costruttive umane non corrette, ad una lettura sbagliata del territorio e del sistema fluviale e marino nella loro dinamicità”.

Il professore Prodi in merito all’alluvione in Emilia Romagna ha riferito ai microfoni di “La Verità” : “Bisogna precisare innanzitutto che il cambiamento climatico è connaturato al clima che non può cambiare. Questo evento, questa catastrofe idrologica e meteorologica, rientra tutta nella meteorologi. Quando abbiamo bassa pressione, che nel caso era su Lazio e Basilicata, questa convoglia aria umida-calda con circolazione in senso antiorario, e quindi arriva sull’Emilia Romagna, con una direzione Est/Nord-Est e si trova difronte tutta l’orografia, cioè l’Appennino tosco-emiliano da Rimini al Piacentino“.

Non c’è un aumento nella frequenza delle alluvioni, ma degli eventi meteorogici che provocano danni

Prodi precisa nell’intervista a “La Verità” che questo stato di cose “genera una tipica situazione preoccupante dal punto di vista delle potenziali alluvioni. E’ come se una macchina di fabbricazione della pioggia insistesse su uno stesso territorio” E a chi dice che questi eventi disastrosi stiano diventando sempre più frequenti, il professore Prodi contesta che “Alla fine degli anni Novanta, sono stato coordinatore di un progetto europeo, […] il primo package era dedicato all’andamento statistico degli eventi alluvionali. Abbiamo esaminato tutti i casi dai primi del Novecento fino alla data del progetto e non è emersa alcuna evidenza di frequenza crescente. C’è, questo sì, un’evidenza di eventi alluvionali con un aumento di danni e delle vittime” che “dipende dal fatto che i territori collinari sono stati usati per fabbriche e abitazioni. E’ da sfatare il mito, secondo cui ci sarebbe un aumento di questi fenomeni, però. E in ogni caso possiamo parlare di clima, solo quando ragioniamo su scale trentennali: il clima è sostanzialmente una statistica meteorologica fatta su basi temporali variabili. Quindi questo è stato per me un evento completamente meteorologico e se devo fare un rilievo non vedo trattazioni radar-meteorologiche di questo caso dell’Emilia Romagna“.

C’è la necessità della cura dei corsi d’acqua

Come dichiara il dottor Prodi alla rivista “La Verità“, queste trattazioni radar-meteorologiche sono importanti perché “si capisce quanta pioggia cadrà in una determinata zona. Con il modello idrologico si può prevedere il livello di un corso d’acqua lungo il suo percorso. […] Si possono guadagnare persino delle ore, ma anche mezz’ora sarebbe meravigliosa per anticipare l’allerta alle popolazioni. Nel caso dell’Emilia Romagna, non so se la catena di rischio (così si chiama) sia corretta in tutti i punti“. Il professore Prodi aggiunge: “In alcune zone, – ma qui mi baso su quanto ho visto in televisione ed entro in un campo che non è il mio, l’ingegneria – mi pare che gli argini sono crollati. In altri casi, è stato superato il livello“.

Prodi continua ai microfoni di “La Verità“: “Il consumo del suolo va assolutamente interrotto, ma per motivi di carattere più generale. E’ un problema che esiste, ma nella fattispecie non è fondamentale“. […] il professore Prodi aggiunge: “Parlerei piuttosto della cura dei corsi d’acqua e qui sono abbastanza in là negli anni per aver visto il passaggio dal Servizio idrologico nazionale al sistema nazionale alla gestione regionale. […] La meteorologia deve essere nazionale per definizione, addirittura anche europea per certi aspetti. Io questo aspetto l’ho fatto presente ai tempi della riforma Bassanini, e in altre occasioni successive. Ma ogni volta tanti ossequi al professore e poi mi tenevano fuori dalle commissioni grandi rischi e dalle decisioni su radar meteorologici“.

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