Come previsto, un’espulsione di massa coronale (CME) ha colpito il campo magnetico terrestre il 7 maggio, alle 17:44 ora italiana. Contrariamente alle previsioni, però, l’impatto non ha provocato una tempesta geomagnetica di particolare intensità (grafico di seguito). La calma è solo temporanea, l’allerta rimane: il Sole ha appena lanciato un’altra CME verso la Terra.
Nuovo brillamento, nuova tempesta geomagnetica
La macchia solare a polarità invertita AR3296 ha prodotto un nuovo brillamento. La regione attiva ha generato un’esplosione oggi, alle 00:34 ora italiana, producendo un flare di classe M1.5 di lunga durata.
L’esplosione è avvenuta in direzione della Terra:
La radiazione ultravioletta estrema ha ionizzato la parte superiore dell’atmosfera terrestre, producendo un leggero blackout radio a onde corte sugli Stati Uniti occidentali e sull’Oceano Pacifico. I marittimi e gli operatori radioamatori potrebbero aver notato una perdita di segnale a frequenze inferiori a 20 MHz per ore dopo il brillamento.
Questa esplosione ha anche scagliato una CME verso la Terra. I coronografi SOHO hanno registrato un alone pieno:
Questa nube di plasma solare dovrebbe raggiungere la Terra il 10 maggio, probabilmente causando tempeste geomagnetiche da moderate (G2) a forti (G3), secondo i sito specializzato SpaceWeather. com, a cusa dell’astronomo Tony Phillips.
Cos’è un brillamento solare (o flare)
I brillamenti solari sono le più violente esplosioni del Sistema solare, e si possono osservare anche su molte altre stelle: sono improvvisi aumenti di luminosità ben visibili nella bande dei raggi X, ma ci può essere emissione un po’ in tutte le bande, dal radio ai gamma. Nella banda X emette radiazione la corona solare, la parte più esterna dell’atmosfera del Sole, caratterizzata da tenue plasma a milioni di gradi. Durante i brillamenti, il plasma raggiunge temperature ben al di sopra dei 10 milioni di gradi e una luminosità che può superare quella dell’intera corona.
In ordine crescente di potenza, le classi sono A, B, C, M e X. Ogni classe è dieci volte più potente di quella precedente.
I flare hanno un andamento caratteristico della luminosità: un aumento repentino, seguito da una diminuzione molto più graduale. Non durano molto, da qualche minuto a qualche ora al massimo, e sono localizzati in piccole regioni sulla superficie del Sole.
Essendo canali magnetici chiusi che trattengono il plasma solare, queste regioni sono per lo più a forma di arco. A volte la forza del brillamento è tale da generare eruzioni solari, con nubi di plasma che vengono proiettate nello Spazio. I brillamenti sono più frequenti in periodi di alta attività solare, in presenza di intensi campi magnetici delle macchie. La causa dei flare viene fatta risalire a instabilità magnetiche, che accelerano particelle e liberano energia rapidamente, provocando l’aumento repentino della luminosità, seguito da un raffreddamento più graduale.
Cos’è un’espulsione di massa coronale
Un’espulsione di massa coronale (CME, acronimo dell’inglese coronal mass ejection) è un’espulsione di materiale dalla corona solare. Il materiale espulso, sotto forma di plasma, è costituito principalmente da elettroni e protoni: quando questa nube raggiunge la Terra può disturbare la sua magnetosfera.
Cos’è una tempesta geomagnetica
Quando sul Sole si verificano fenomeni di attività improvvisa e violenta, come i brillamenti, vengono emesse grandi quantità di particelle ad alta energia che viaggiano velocemente nello Spazio, a volte scagliate in direzione della Terra: questa corrente di particelle viene frenata e deviata dal campo magnetico terrestre, che a sua volta ne viene disturbato e distorto.
Quando avviene questo “impatto” la magnetosfera terrestre (la regione attorno alla Terra pervasa dall’azione del suo campo magnetico) subisce un forte contraccolpo che può causare blackout temporanei nelle reti elettriche o nei sistemi satellitari di comunicazioni. Una tempesta geomagnetica può spesso dare origine al suggestivo fenomeno delle aurore polari.