Frana del lago di Quarto: l’Ordine dei geologi dell’Emilia Romagna in conferenza il 12 maggio

L'ordine dei geologi dell'Emilia Romagna si riunirà in conferenza il 12 maggio sulla frana di Quarto nella storia, considerando l'area come un laboratorio di studio in un periodo di grandi cambiamenti climatici
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L’Ordine dei Geologi dell’Emilia-Romagna con il patrocinio del Comune di Sarsina organizza una giornata dal titolo: “Il Lago di Quarto” – la grande frana, la diga Venerdì 12 Maggio 2023 ore 9:00 – 13:00 presso la Sala Centro Studi Plautini in via IV Novembre n.13 – Sarsina (FC). Dalle cronache dell’epoca: “Nell’anno 1812, alle ore otto anzi il mezzodì del 21 di marzo, il culmine di Montalto, elevatissimo e dominatore di ogni altura circostante, si aprì dalla cima per mezzo in larga e profonda rupina. L’enorme scoscendimento si vide fra dense nubi di polvere calare tutto insieme colle capanne ed i pastori, e giù giù essere attratto dalla voragine; poi come di un balzo tutto sparire capovolto e chiuso nelle sue viscere. Questa la cronaca scritta dall’Ing. Giovanni Bertoni e pubblicata nel 1843 nella Memoria sul lago di Quarto, in cui si apprende che le vittime furono 17, altre si salvarono dissotterrandole e i capi di bestiame che perirono furono oltre 200”. Lo ha affermato Paride Antolini, Presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia-Romagna, alla vigilia della conferenza dei geologi, in programma domani, Venerdì 12 Maggio, dalle ore 9.30 presso la Sala Centro Studi Plautini – Via IV Novembre, a Sarsina.

Le frane a Quarto nella storia

Una conferenza che giunge in un momento delicato per l’Emilia-Romagna, colpita da eventi alluvionali. Antolini continua:“Nella stessa cronaca si apprende che la frana sbarrando il corso del fiume Savio formò un lago profondo 120 metri e navigabile per una lunghezza di due miglia“. Nel 1828 una forte siccità interessò tutta la Romagna, dalle cronache dell’epoca “La siccità ostinata di quella state di già affaticava l’agricoltura e le genti. Inariditi i fiumi, asciutte le sorgenti, ogni scolo perduto, si fondeva in larghe bocche la terra, ma coperta da biade infruttuose e da una morta verdura. Gli empori già riboccavano di granaglie, che non era dato convertire in farina ed in pane”.

In una situazione del genere, con il corso d’acqua del fiume Savio povero d’acqua” – ha continuato Antoliniper alimentare i mulini, si pensò di abbassare lo sfioro del fiume Savio, emissario del lago di Quarto, formatosi anni prima con la frana. L’operazione riuscì con l’utilizzo di esplosivi e l’acqua defluì dal lago di Quarto nel letto del fiume Savio permettendo ai mulini collocati lungo il suo corso di riprendere la macinatura del grano“.

Gli obiettivi della conferenza

All’inizio del ‘900 il bacino del lago poteva dirsi quasi completamente interrato; nel 1922-25 la Società Elettrica Alto Savio (SIDAS) costruì la diga ed una centrale idroelettrica. Al termine della costruzione della diga, il lago artificiale, al livello di massimo invaso, aveva un’estensione dello specchio liquido di 0,87 km² ed un volume d’acqua di 4,50 milioni di m³. Attualmente il lago artificiale, al livello di massimo invaso ha un volume d’acqua di 350.000-400.000 m³. Nella primavera del 1996 la galleria di Quarto fu l’ultimo tratto della E45 ad essere inaugurato; con una lunghezza di 2.500 metri attraversa la montagna di Montalto sotto il piano di scorrimento della frana.

La conferenza di domani, Venerdì 12 Maggio dalle ore 9.30. Antolini aggiunge: “L’Ordine dei Geologi dell’Emilia-Romagna, per la prima volta, organizza una giornata di studio in cui si affronta, dal punto di vista tecnico, l’evento franoso del 1812, la costruzione della diga nel 1922 e la costruzione della galleria di Quarto risalente agli anni ‘80-‘90. “Per la Regione Emilia-Romagna” – ha concluso Antoliniè previsto l’intervento dell’Ing. Piero Tabellini – Settore sicurezza territoriale e protezione civile Romagna, Responsabile – Ufficio territoriale Forlì-Cesena; per Enel Green Power Srl, dell’Ing. Francesco Fornari, responsabile sicurezza dighe ed opere idrauliche in Italia e per ANAS, Gruppo FS Italiane del Geologo Massimo Bavusi.

I temi principali

Quattro importanti temi si sommano a Quarto; la Diga, strategica risorsa d’acqua sfruttata per la produzione di energia elettrica; la Frana, il dissesto idrogeologico e quindi la sicurezza e la gestione del territorio; la galleria di Quarto, importante e nevralgico asse viario per le comunicazioni fra il nord e il centro Italia; il Lago, rappresenta oggi un ambiente di grande interesse naturalistico ed è un punto di riferimento per tutta la Valle del Savio.

Antolini conclude: “in un periodo di strategie per l’adattamento ai cambiamenti climatici, Quarto rappresenta sicuramente un laboratorio di studio in cui sono presenti molti indicatori su cui intervenire quali, la variabilità climatica, la risorsa idrica, il dissesto idrogeologico, la biodiversità ed ecosistemi, l’energia, gli insediamenti urbani, i trasporti e le infrastrutture viarie. Un contributo alla conoscenza che l’Ordine dei Geologi dell’Emilia-Romagna vuole dare alla comunità locale, a tutti gli Enti e alle Società coinvolte nella gestione del territorio”.

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