Al Giro d’Italia c’è anche chi non ha perso la ragione. Si tratta di Sven Erik Bystrom, ciclista norvegese della Intermarché-Circus-Wanty: ha 31 anni, ha il Covid-19 da almeno 4 giorni ma sta correndo normalmente e ha deciso di rimanere in gara a differenza di tanti big come la maglia rosa Remco Evenepoel, ma anche Rigoberto Uran e Filippo Ganna, che si sono ritirati soltanto dopo un test risultato positivo.
Sven Erik Bystrom, invece, ha spiegato oggi nel giorno di riposo la sua scelta. Ai microfoni di Eurosport, infatti, ha detto: “Devi fare una valutazione basata sui sintomi. Se avessi avuto la febbre e fossi stato male sarebbe stato qualcosa, ma ho avuto sintomi lievi e un po’ di stanchezza. È anche normale nella sesta, settima e ottava tappa di una gara di tre settimane. Ora mi sento meglio e se tutti dovessero andarsene per un test positivo non ci sarebbero quasi più corridori quando arriveremo a Roma“.
Buon senso. Razionalità. Logica. Tutto ciò che evidentemente nel ciclismo di oggi manca tristemente, in uno sport storicamente considerato eroico proprio per la caratteristica dei ciclisti di non fermarsi di fronte alle asperità e resistere in qualsiasi condizione fino all’estremo.