Gli ultimi tre strafalcioni di Mario Tozzi sui cambiamenti climatici

Le dichiarazioni catastrofiste di Mario Tozzi su Rai 3: ha diffuso tesi che non hanno alcun valore scientifico
MeteoWeb

Pochi giorni fa un mio caro collega, Francesco Carraro, geologo ordinario della Università di Torino attualmente in pensione, che nel 2005 è stato Presidente delle Società Geologiche Europee, mi ha inviato la registrazione del TG di Rai 3 della scorsa settimana con un’intervista a Mario Tozzi in merito ai dissesti idrogeologici accaduti in Emilia Romagna. Francesco Carraro è rimasto stupito nell’ascoltare Mario Tozzi, anzi addirittura sconcertato. Ho ritenuto opportuno scrivere così queste mie riflessioni che sono in linea con lo stupore del collega Carraro.

Mario Tozzi ha dichiarato che:

  • i dissesti accaduti di recente sono attribuibili al riscaldamento climatico
  • potevano prevedersi sulla base di dati forniti dall’IPCC
  • il riscaldamento climatico è causato dall’uomo

Sono tre affermazioni prive di assoluto valore scientifico. Infatti, in merito al primo punto, è notorio che negli ultimi anni non c’è stato un aumento degli eventi estremi, in particolare alluvioni e frane, come dimostrano dettagliate ricerche storiche in merito. Desidero solo ricordare l’importante contributo al riguardo del libro di Sergio Pinna, ordinario di Geografia dell’Università di Pisa, dal titolo: “La falsa teoria del clima impazzito. Ed. Felici” Con un’analisi storica dettagliata Sergio Pinna fornisce contributi utili per dimostrare che non c’è stato un aumento di eventi estremi rispetto al passato. Ricordo in riguardo che un noto studioso di uragani, Christofer Landsea, si dimise dall’IPCC perché non ne condivideva l’affermazione che tali eventi estremi erano aumentati rispetto al passato.

Per quanto riguarda il riferimento all’IPCC occorre precisare che questo organismo fondato dall’ONU non è un organismo scientifico ma politico. Numerosi sono stati gli scienziati che si sono dimessi quando hanno maturato il convincimento di far parte di un organismo non scientifico. Al riguardo alcune considerazioni. L’IPCC è di fatto diventato il vangelo per i catastrofisti, ossia di coloro che ritengono l’Uomo responsabile del riscaldamento globale del nostro Pianeta. Ecco alcune affermazioni di questo organismo che potremmo definire “fake news”:

Il 97% degli scienziati che si occupano di clima ritengono l’uomo responsabile del riscaldamento globale“. In merito ricordo il dettagliato articolo curato con Franco Battaglia e pubblicato su 21° Secolo in cui si dimostra infondata questa affermazione dell’IPCC.

Il secolo scorso è stato il più caldo del millennio“. Non è assolutamente vero perché durante il Periodo Caldo Medioevale le temperature sono state di almeno uno o due gradi centigradi superiori ad oggi. Per l’IPCC tale periodo è indigesto in quanto si dimostra che pur con tali temperature superiori rispetto ad oggi non si sono verificate tutte le catastrofi annunciate ed addirittura la fine del nostro Pianeta. Per tale organismo gli eventi estremi sono aumentati; invece, per quanto detto più sopra, tale affermazione non trova dimostrazione dalle indagini storiche. Per quando detto non si comprende come l’IPCC possa fornire previsioni attendibili secondo la seconda affermazione di Mario Tozzi. E’ tra l’altro noto che i modelli previsionali climatici dell’IPCC non sono attendibili e in grado di consentire previsioni climatiche di alcun valore.

Per quanto si riferisce al terzo punto, ossia alla affermazione di Mario Tozzi che il riscaldamento globale del nostro Pianeta sarebbe causato dall’Uomo, desta meraviglia che un geologo – anche se non professore universitario – dovrebbe conoscere la storia geologica del nostro Pianeta in cui si dimostra che sempre, nel passato, si sono alternati periodi freddi a periodi caldi, anche quando l’Uomo non era ancora comparso. Comunque, su questo tema specifico, è bene dire che gli scienziati che si occupano di clima si dividono tra catastrofisti, ossia che ritengono appunto l’uomo responsabile, e scettici, che invece attribuiscono alla Natura tali variazioni. Ciò dimostra che non si può fare una affermazione così netta.

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