L’influenza aviaria sembra avere superato il picco e nelle ultime tre settimane il numero di focolai nel mondo è sceso rispetto alle tre settimane precedenti. Tuttavia, preoccupa particolarmente il fatto che l’influenza aviaria abbia raggiunto delle aree del pianeta che finora ne erano stata immuni. Sono queste le conclusioni dell’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale sui virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità. Secondo il rapporto, dal 31 marzo al 20 aprile scorso nel mondo sono stati registrati 48 focolai di influenza aviaria nel pollame (erano stati 26 nelle tre settimane precedenti). La gran parte (36) è stata segnalata in Europa.
Secondo le stime rese note, sono stati circa 1,5 milioni gli animali morti o abbattuti. È in forte calo l’influenza aviaria associata ad animali selvatici: sono stati 33 i focolai a livello globale, rispetto ai circa 150 delle tre settimane precedenti. “C’è stato un leggero calo rispetto alle precedenti relazioni periodiche. Tuttavia, la prima comparsa di virus aviari ad alta patogenicità in uccelli diversi dal pollame in Gambia alla fine di marzo è degna di nota e dimostra che la malattia si sta ancora diffondendo in nuove aree“, ha reso noto l’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale che ha avvisato che, in aggiunta ai casi animali, lo scorso 27 marzo le autorità sanitarie cinesi hanno notificato all’Oms un caso di infezione umana da virus dell’influenza aviaria A/H3N8.
Il rapporto conclude al riguardo: “L’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale raccomanda ai Paesi di mantenere i loro sforzi di sorveglianza, le misure di biosicurezza a livello di allevamento e di continuare a segnalare tempestivamente i focolai di influenza aviaria sia nelle specie avicole sia in quelle non avicole“.