Intelligenza artificiale: l’umanità è a rischio, arriva il terzo allarme catastrofico in pochi mesi

Ben 350 manager del settore tecnologico hanno firmato una lettera del no profit Center for AI Safety per rendere noto che l'intelligenza artificiale rappresenta un rischio per l'umanità al pari di una guerra atomica o di una pandemia
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In seguito alla lettera di Elon Musk, fondatore di Testa che domandava all’industria dell’intelligenza artificiale di fermarsi per riflettere sui rischi e l’avvertimento di Sam Atlman, autore di ChatGpt di andarsene dall’Europa – allarme rientrato appena il giorno dopo – arriva un nuovo allarme, il terzo, da parte di 350 manager del settore che hanno firmato una lettera del no profit Center for AI Safety per rendere noto che l’intelligenza artificiale rappresenta una minaccia all’umanità al pari di una pandemia, o di una guerra nucleare.

Come riportato dal New York Times, compaiono tra i firmatari l’amministratore delegato di OpenAI, Sam Altman, il numero uno di Google DeepMind, Demis Hassabis, e il leader di Anthropic, Dario Amodei. E anche Geoffrey Hinton, uno dei padrini dell’Ai che si era “licenziato” da Google.

La questione della sicurezza dell’intelligenza artificiale

Il 29 marzo scorso, in riferimento alla lettera di Elon Musk che chiedeva lo stop allo sviluppo dei chatbot, Sam Altman aveva concordato solo con alcune sezioni del testo dell’Amministratore delegato di Tesla. “Mancano le sfumature tecniche”. E poi, aggiunse, “non era il modo giusto per richiedere migliori linee guida sulla sicurezza”. La settimana scorsa davanti al Senato USA ha paragonato l’intelligenza artificiale all’energia e chiedendo una AIEA (Agenzia internazionale dell’energia atomica) per regolare il settore. Durante un tour in Europa, ha poi dichiarato che OpenAi era pronta ad andarsene dal mercato europeo qualora non dovesse trovare una “quadra” con i regolamenti dell’Unione Europea.

Va rammentato che nell’aprile scorso  il Garante della privacy italiano aveva bloccato l’accesso a ChatGpt per due settimane chiedendogli di rispettare al legge europea sulla privacy e la gestione dei dati. E che a a giugno, dovrebbe diventare effettiva la Direttiva europea che disciplinerà tutte le forme di intelligenza artificiali in Europa. Questo allarmismo è subito rientrato, in quanto Altman avrebbe prontamente spiegato di essere stato frainteso; dopo un ammonimento da parte del Commissario Thierry Breton, che ha accusato l’azienda di ricatto, Altman ha scritto su Twitter che “non ci sono piani per andarsene”. Oggi si è giunti a questa lettera, ma c’è chi ritiene che la richiesta giusta di regole in realtà sottenda la volontà dei big tech di impedire che l’intelligenza artificiale diventi open source, più trasparente e aperta a tutti e quindi più difficile da monetizzare.

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