Le soluzioni per affrontare la siccità dovrebbero prevedere misure strutturali e non strutturali, e in particolare “il potenziamento del personale delle strutture territoriali e il potenziamento dell’Ispra, anche per rafforzare il suo ruolo tecnico scientifico nazionale”. Così la direttrice generale dell’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), Maria Siclari, in audizione davaneti le commissioni 8/a e 9/a del Senato sul decreto siccità. Nel ricordare che negli ultimi 30 anni ci sono stati tre periodi di forte siccità e che cresce l’estensione del territorio soggetto a siccità estrema, Siclari ha spiegato che “l’attività di acquisizione di dati da parte del commissario per offrire alla cabina di regia una visione nazionale ha bisogno di standard informativi nazionali, in particolare sulla siccità e sulla severità idrica nazionale”.
Secondo Siclari, occorre “valutare il riconoscimento del ruolo dell’istituto per garantire una solida base conoscitiva tecnico scientifica a supporto delle decisioni della struttura commissariale”. La direttrice generale ha evidenziato a proposito della “progettazione di interventi previsti dal decreto, il monitoraggio idrologico e idrico deve essere integrato dalla vita delle opere e degli interventi e la semplificazione delle procedure di Via e l’insufficienza di dati sulle risorse idriche possono essere compensati dal monitoraggio delle medesime componenti ambientali”. Servirebbe inoltre “un censimento standardizzato degli invasi di rilievo regionale e nazionale e identificare quali sono gli invasi su cui intervenire prima”. Secondo l’Ispra, le portate e i livelli dei prelievi “ad oggi non sono monitorati con regolarità”.