Maltempo: 48 ore di tregua in Romagna, piogge incessanti in Piemonte

Il maltempo concede alla Romagna una tregua di 48 ore a partire da domani, mentre le piogge stanno colpendo intensamente e continueranno a colpire soprattutto il Piemonte, ma anche la Sardegna, la Sicilia e la Calabria
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Il maltempo concede alla Romagna una tregua di 48 ore a partire da domani, mentre le piogge stanno colpendo intensamente e continueranno a colpire soprattutto il Piemonte, ma anche la Sardegna, la Sicilia e la Calabria. “Domenica e lunedì – spiega il climatologo e direttore del Consorzio Lamma-Cnr, Bernardo Gozzini la Romagna sarà risparmiata dalle precipitazioni, mentre da martedì si prevedono nuove piogge sparse, anche purtroppo nelle zone alluvionate. Per due giorni, comunque, splenderà il sole e le temperature saranno in rialzo”.

Nel resto dell’Italia sarà ancora maltempo, specialmente nel Piemonte. “Nella Regione sono caduti 45 mm di pioggia nelle ultime 24 ore e si potrebbe arrivare, entro mercoledì, ad accumuli complessivi di 150-200 millimetri. L’impatto di queste piogge dovrebbe essere ben diverso da quello registrato in Romagna. Il Piemonte – rileva Gozzini – risente ancora della siccità, con i fiumi ancora in sofferenza, e sembra che il terreno, molto diverso da quello in Romagna, riesca a gestire la quantità di acqua che cadrà”.  Oltre al Piemonte, continua il maltempo in Sardegna, Sicilia e Calabria, dove sono peraltro possibili anche temporali, e in misura minore sul versante tirrenico di Lazio e Campania. “Da mercoledì non sono esclusi altri rovesci, ma è una tendenza tutta da confermare”,

Rischio frane nelle zone colpite

Dopo gli allagamenti di case, attività e campi, nelle aree colpite dall’alluvione in Emilia Romagna il rischio ora si chiama frane. Già ce ne sono tante in atto ma ora si teme che possano aumentare ancora a causa dei terreni carichi di acqua. “Le frane ci sono già state durante le piogge e continueranno ad esserci perché precipitazioni così violente hanno alterato gli equilibri sui versanti. I tecnici sono al lavoro per valutare”, spiega Andrea Billi dell’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Cnr. Particolarmente esposte sono le zone pedemontane, poi va valutata la composizione della roccia “se argilla, che è più franosa, o calcare”. “Sicuramente in tempo di guerra, con l’evento catastrofale in corso ce ne saranno più che in tempo di pace, il periodo che si interpone tra eventi successivi”, fa notare Billi.

Questo dell’Emilia Romagna è un evento di una tale “eccezionalità che sono stati superati anche gli interventi realizzati per prevenirlo, con le vasche di laminazione che si sono riempite a loro volta ed hanno tracimato”, dice Luca Brocca, dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Cnr, secondo il quale “il sistema di previsione ha funzionato” ma, dice, siamo di fronte, a una situazione “che non ricordo nella storia”. Cosa succederà ora? “La maggior parte dell’acqua – dice Broccasi infiltra nel terreno e o va a ricaricare la falda o finisce nei corsi d’acqua. Le frane si innescano perchè il suolo diventa più pesante anche senza che ci sia un evento intenso di pioggia. Quelle superficiali sono ovviamente più veloci di quelle profonde. Ma il rischio di frane si può prevedere”.

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