“Nessuno può più chiedersi se accadrà dalle mie parti, deve chiedersi quando accadrà, perché quello che è accaduto in Emilia Romagna è accaduto ieri a Ischia, nelle Marche e può accadere dal Trentino alla Sicilia. Dobbiamo abituarci a convivere con il cambiamento climatico, lunghi periodi di siccità e brevissimi periodi di pioggia”. Così Nello Musumeci, Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare nella registrazione di Porta a Porta che andrà in onda questa sera.
“L’Italia è una nazione che ha una scarsa propensione alla prevenzione strutturale, la politica di tutte le formule, e non voglio fare polemica, pensa che ricostruire possa portare più consenso” e non si agisce prima che accada “l’evento calamitoso”. “Quando parlo di prevenzione è come se parlassi in una lingua sconosciuta – ha detto Musumeci – dobbiamo convincerci che dobbiamo prevenire con un piano concreto, individuando quali sono le infrastrutture più deboli, quali sono le priorità quali sono i tempi per raggiungerle e le risorse necessarie. Se non partiamo da questo dato, ed è la volontà del governo, noi continueremo a piangere i morti e a contare i danni” e dal 1968, dal terremoto del Belice” sono stati spesi “oltre 140 miliardi di euro” e si sono “piante oltre 5mila vittime”. “Una buona prevenzione avrebbe certamente ridotto la dimensione del danno strutturale materiale e del danno umano che è la cosa più grave”, ha aggiunto.
Musumeci: “10 anni per la sicurezza dell’intero Paese”
“Mettere in sicurezza il territorio in tutta Italia richiederà un impegno di almeno dieci anni, con risorse inimmaginabili, diverse decine di miliardi”, ha detto Musumeci. “Cominciamo con le priorità, a cominciare dall’accumulo dell’acqua – ha proseguito – Le piogge abbondanti non devono farci dimenticare che il rischio siccità è dietro l’angolo. In Italia non si fanno dighe da decine di anni, nelle aziende agricole si potrebbero realizzare bacini aziendali per l’accumulo dell’acqua. Si possono rifare le reti idriche dei comuni, in agricoltura evitare di usare l’acqua destinata ai centri urbani e usare invece quella depurata. È un approccio che richiede una programmazione molto seria. Col PNRR possiamo far fronte solo alle iniziative immediate, quelle non complesse e non strategiche – ha sottolineato poi – perché nel giugno 2026 le opere finanziate col PNRR devono essere collaudate“.
Ma in tre anni, gli ha replicato Vespa, si possono fare tante cose: “se non fossimo in Italia, se non fossimo in Italia“, ha ripetuto più volte Musumeci. Ma Meloni, l’ha incalzato il giornalista, non era andata al governo proprio per cambiare l’Italia? “Ma è quello che faremo – ha concluso il Ministro – servono nuove norme che consentano di accelerare le procedure“.