Maltempo, Pichetto: “Pianificazione e controllo, le chiavi contro il dissesto idrogeologico”

Pichetto: "Ci sono grandi opere che hanno bisogno della programmazione statale ma la manutenzione del torrente può e deve essere svolta da chi vive e gestisce il territorio"
MeteoWeb

Su quanto riguarda il tema della prevenzione del rischio sul dissesto idrogeologico, “come ribadito più volte in questi giorni, il problema principale non sono i finanziamenti, ma i meccanismi e le procedure di spesa. Ci sono grandi opere che hanno bisogno della programmazione statale ma la manutenzione del torrente può e deve essere svolta da chi vive e gestisce il territorio”. Così, rispondendo in question time alla Camera, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin.“La lunghezza degli iter autorizzativi, gli intrecci di competenze, la capacità degli enti locali di gestire gare complesse e onerose sono tutti fattori che in qualche modo incidono sull’effettiva capacità di spesa, la quale deve avere una solida programmazione a monte”, prosegue Pichetto, che aggiunge: “Per questo abbiamo fortemente sostenuto il rafforzamento tecnico delle autorità di bacino distrettuale che devono garantire che gli interventi e le risorse siano inseriti in una pianificazione generale delle misure.E per le medesime finalità stiamo lavorando per assicurare la piena interoperabilità delle banche dati dei sistemi di monitoraggio che consentano un quadro conoscitivo sempre aggiornato sullo stato di attuazione degli interventi”.

“Pianificazione e controllo sono le parole chiave, per evitare di rincorrere l’emergenza e continuare a rammaricarci per gli eventi alluvionali come quelli emiliani. Dobbiamo affrontare questa sfida definendo procedure e meccanismi rapidi e chiari per realizzare le centinaia di opere già programmate e posso assicurare che il Governo è già impegnato su questo fronte. L’adozione di una legge nazionale sul consumo del suolo è tra le priorità del Ministero dell’Ambiente, come ribadito sin dalle linee programmatiche del mio mandato. I tecnici del Ministero sono al lavoro per una proposta quadro che possa recepire anche quanto di positivo è contenuto nei disegni di legge di iniziativa parlamentare sul tema

La necessità, non più rinviabile, di predisporre una legge nazionale per il contenimento del consumo del suolo è prevista tra le riforme del Pnrr – ha detto il ministro -, ma è altresì contemplata nel Piano per la transizione ecologica, approvato lo scorso anno, la cui relazione al Parlamento è stata inviata nella giornata di ieri. Quest’ultimo cerca di delineare un quadro di azioni sinergiche che, in linea con gli obiettivi dall’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile, dovranno garantire la protezione e il recupero della qualità del suolo, il ripristino dei terreni degradati o l’arresto dell’impermeabilizzazione del suolo”.

L’adattamento ai cambiamenti climatici

“L’azzeramento del consumo di suolo – ha spiegato ancora Pichetto -, considerata una misura chiave anche per l’adattamento ai cambiamenti climatici, dovrà avvenire sia minimizzando gli interventi di artificializzazione, sia aumentando il ripristino naturale delle aree più compromesse, quali gli ambiti urbani e le coste, demolendo molti edifici degli anni Cinquanta e Sessanta”.

“In relazione al Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC), attualmente sottoposto a procedimento di Valutazione Ambientale Strategica, è in corso l’attività tecnico-istruttoria, volta all’analisi della documentazione presentata e delle numerose osservazioni pervenute. È previsto, inoltre, a giorni il parere motivato da parte dell’Autorità competente, propedeutico alle opportune revisioni del Piano. A conclusione del procedimento, seguirà l’approvazione formale del Piano, prevista con decreto ministeriale entro l’estate”.

“Approvato il PNACC- spiega Pichetto- si aprirà quindi la fase dell’implementazione, finalizzata a garantire l’immediata operatività del Piano stesso, mediante l’individuazione per ogni livello territoriale, di specifici interventi, tra loro complementari, scadenzati sulla base del livello di priorità ed assegnati a soggetti attuatori puntualmente individuati con le congrue assegnazioni finanziarie. Non possiamo più permetterci che i progetti restino sulla carta ma dobbiamo garantire un sistema di governance rapido che garantisca celerità di azione”.

Condividi