“L’indirizzo dato dal Parlamento al Governo sul tema dell’energia nucleare e la volontà di valutare con attenzione a come inserirla nel mix energetico nazionale dei prossimi decenni propone indubbiamente una svolta al dibattito pubblico sulla sicurezza e l’indipendenza energetica del nostro Paese, ma se il fine è quello di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione stabiliti dall’Unione Europea, sino a quello finale della neutralità climatica del 2050, questa soluzione non basta”. Lo dichiara Ernst Gostner, amministratore delegato e direttore operativo di Fri-El Geo.
“L’unica soluzione su vasta scala per produrre calore ed energia è la geotermia: una tra le fonti energetiche a minor impatto ambientale che, nonostante il silenzio di media e istituzioni, è pronta a svolgere un ruolo importante per il futuro approvvigionamento energetico sostenibile dell’Europa. Un ruolo che, a dire il vero, riveste già da anni in altri paesi europei ma che in Italia è frenato da un contesto normativo che, a differenza di altre fonti rinnovabili, non prevede sistemi di incentivazione adeguati né tutele per gli investitori”.
“Con una dipendenza energetica dell’Italia dall’estero ancora elevatissima – al 75% rispetto alla media UE del 60% – e un sottosuolo tra i migliori al mondo per la geotermia, sarebbe irresponsabile non favorirne lo sviluppo, basti guardare a quel che è stato fatto in Germania e nei Paesi Bassi: nella Repubblica Federale ci sono già 46 impianti operativi, in Olanda 26; e se nel 2022 i tedeschi avevano in costruzione solo 4 impianti più 12 in fase autorizzativa, nel 2023 sono già saliti a 34 cantieri e 82 in via di autorizzazione”, continua Gostner. “Come Fri-El Geo abbiamo presentato, ottenendo il parere favorevole del MASE, il Progetto Pangea per la realizzazione sul territorio italiano di quindici stabilimenti finalizzati alla distribuzione di energia nei centri abitati e nelle zone industriali. La differenza principale con l’energia nucleare sono i tempi di realizzazione: non sono impianti come quelli nucleari, per i quali servono 10-15 anni di costruzione, ma dopo due anni è già possibile avviare un impianto geotermico a media entalpia, in grado di produrre abbastanza energia termica da riscaldare circa 120.000 abitazioni e che potrebbe far risparmiare 40.000 tonnellate di CO2/anno”.