Una nuova animazione della NASA evidenzia il “super” nei buchi neri supermassicci. Questi mostri si nascondono nei centri della maggior parte delle grandi galassie, inclusa la nostra Via Lattea, e contengono tra 100mila e decine di miliardi di volte più massa del nostro Sole. “Le misurazioni dirette, molte effettuate con l’aiuto del telescopio spaziale Hubble, confermano la presenza di oltre 100 buchi neri supermassicci,” ha affermato Jeremy Schnittman, scienziato del Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt, nel Maryland. “Come fanno a diventare così grandi? Quando le galassie si scontrano, alla fine anche i loro buchi neri centrali potrebbero fondersi insieme“.
Nel 2019 e nel 2022, una rete di osservatori radio planetari chiamata Event Horizon Telescope ha prodotto, rispettivamente, le prime immagini dei buchi neri giganti al centro di M87 e della Via Lattea: hanno rivelato un anello luminoso di gas caldo in orbita che circonda una zona circolare di oscurità. La luce che attraversa l’orizzonte degli eventi – il punto di non ritorno del buco nero – rimane intrappolata per sempre, e quella che vi passa vicino viene reindirizzata dall’intensa gravità del buco nero. Insieme, questi effetti producono un'”ombra” grande circa il doppio dell’effettivo orizzonte degli eventi del buco nero.
Una nuova animazione della NASA mostra 10 buchi neri giganteschi che occupano il centro della scena nelle loro galassie ospiti, tra cui la Via Lattea e M87. Le dimensioni di queste singolarità sono state stimate sulla base dell’ombra dovuta alla presenza delle masse giganti.
Grazie all’animazione, gli esperti hanno valutato due buchi neri nella galassia NGC 7727, a circa 1.600 anni luce di distanza dalla Terra. Secondo i calcoli del gruppo di ricerca, questi due giganti cosmici sarebbero caratterizzati da una massa rispettivamente pari a 6 e 150 milioni di volte quella del Sole. Gli scienziati ipotizzano inoltre che le due singolarità potrebbero fondersi nei prossimi 250 milioni di anni.
“Dal 2015 le onde gravitazionali hanno confermato la fusione di buchi neri, anche se finora le minuscole increspature nello spazio-tempo sono state associate alla collisione di oggetti caratterizzati da masse più modeste rispetto a questi giganti. La fusione di buchi neri supermassicci potrebbe produrre onde gravitazionali con frequenze molto più basse, che potrebbero essere rilevate utilizzando un osservatorio spaziale milioni di volte più grande delle sue controparti terrestri,” ha spiegato l’astrofisico del Goddard Ira Thorpe.
A questo scopo è stata progettata la missione LISA, una costellazione di 3 veicoli che nel prossimo decennio dovrebbero rilevare il passaggio di onde gravitazionali.