“La situazione nel centro Italia non e’ delle migliori, sicuramente, ma se nei prossimi giorni le condizioni meteo resteranno stabili e non dovesse piovere, possiamo aspettarci meno complicazioni”. A spiegarlo all’AGI Mauro Rossi, ricercatore presso l’Istituto di Ricerca sulla Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IRPI), esponendo le preoccupazioni relative al maltempo e alle conseguenze dovute a un meteo che sta devastando il centro Italia. “L’area interessata da queste difficolta’, in particolare l’Emilia Romagna – continua l’esperto – e’ particolarmente predisposta al dissesto. Ci sono diversi rischi associati alla situazione che riguardano gli impatti sul versante e sulla zona fluviale. E’ anche in corso un progetto di monitoraggio che coinvolge il CNR e altri istituti di ricerca che si occupano di valutare i rischi dei fenomeni idrogeologici che interessano la zona”.
“Le piogge abbondanti – spiega Rossi – producono infiltrazioni e possono causare l’erosione del suolo. I detriti che derivano da questi processi si depositano nel reticolo fluviale, il che ha serie conseguenze sulla capacita’ erosiva dell’acqua e sulla sua velocita’. In generale e’ molto difficile contrastare la massa d’acqua ricca di detriti, che puo’ provocare danni ingenti e difficolta’ significative”. Lo scienziato spiega poi che il meccanismo di esondazione puo’ essere molto diverso a seconda della tipologia di fiume. Date le caratteristiche idrogeologiche e la conformazione delle zone interessate, possono verificarsi effetti molto significativi in caso di esondazione. I fiumi del centro Italia, infatti, sono chiamati pensili, il fondo non e’ incassato nella valle ma si trova al di sopra della stessa. In caso di rottura arginale, quindi, tutta l’acqua che scorre nel fiume fuoriesce.
“Questo rende anche molto piu’ semplice il trasporto di materiale, detriti e residui – continua Rossi – per questo e’ molto difficile contrastare tali fenomeni. In questo momento siamo in attesa che l’acqua si prosciughi. Non sappiamo quanto tempo sara’ necessario, ma tra i fenomeni di evaporazione ed evapotraspirazione e’ ragionevole ipotizzare che sara’ necessario attendere qualche giorno. Gli strati di sedimento depositati dal fango dovranno essere rimossi con cautela, in alcuni casi le parti alluvionate potrebbero aver subito danni, mentre le coltivazioni ricoperte potrebbero aver ridotto notevolmente la produttivita’. La fanghiglia, in effetti, puo’ creare problemi di diverso tipo sulle infrastrutture, sulle abitazioni e sulle localita’ colpite ed e’ difficile effettuare delle previsioni accurate”.
Per quanto riguarda la situazione dei versanti, invece, il rischio e’ quello di sperimentare delle frane, che possono manifestarsi come colate, che si verificano durante il picco di pioggia, oppure come frane da scivolamento, associate a una velocita’ minore ma una maggiore capacita’ distruttiva. “Speriamo che le condizioni meteorologiche dei prossimi giorni rimangano favorevoli – conclude Rossi – in queste occasioni il rischio principale per la popolazione riguarda le frane da scivolamento, perche’, una volta esaurito il potenziale di colata a seguito delle precipitazioni, bisogna preoccuparsi della forza distruttiva associata all’arrivo dei detriti. La buona notizia e’ che sarebbero sufficienti pochi giorni di sole, o quantomeno di assenza di precipitazioni, per ripristinare la situazione”.