Scienza: da un vulcano spento l’opportunità di stoccaggio del carbonio

Uno studio ha evidenziato come il vulcano spento Fontanelas in Portogallo rappresenti un'opportunità di stoccaggio di carbonio tramite il processo di carbonatazione minerale
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Uno studio pubblicato su Geology, in collaborazione fra l’Università di Aveiro e la NOVA School of Science and Technology, rivela che Fontanelas, un vulcano spento al largo delle coste del Portogallo, potrebbe immagazzinare da 1,2 a 8,6 gigatoni di anidride carbonica, l’equivalente di circa 24-125 anni di emissioni industriali del Paese. Nel 2022, secondo le stime del Global CCS Institute, un totale di 42,6 megatoni, ovvero 0,0426 gigatoni, di anidride carbonica, è stato rimosso dall’atmosfera grazie agli sforzi internazionali di cattura e stoccaggio del carbonio.

Lo studio suggerisce che la cattura e lo stoccaggio del carbonio nei vulcani sottomarini offshore potrebbe essere una nuova promettente direzione per la rimozione e lo stoccaggio di volumi molto più grandi di gas serra dall’atmosfera. “Sappiamo che la maggior parte dei Paesi, compreso il Portogallo, si sta impegnando per decarbonizzare l’economia e le nostre attività umane, questo è un messaggio che potrebbe essere uno degli strumenti per risolvere il problema“, ha affermato Ricardo Pereira, geologo presso la NOVA School of Science and Technology e co-autore dello studio.

Lo stoccaggio di carbonio in un vulcano spento

L’immagazzinamento dell’anidride carbonica in un vulcano spento si basa su un processo noto come carbonatazione minerale in situ. In questo processo, l’anidride carbonica reagisce con gli elementi presenti in alcuni tipi di rocce per produrre nuovi minerali che immagazzinano l’anidride carbonica in modo sicuro e permanente.

Elementi come il calcio, il magnesio e il ferro si combinano con l’anidride carbonica per formare rispettivamente i minerali calcite, dolomite e magnesite. Le rocce che contengono grandi quantità di calcio, ferro e magnesio sono i candidati ideali per questo processo, come i basalti vulcanici che costituiscono la maggior parte dei fondali marini.

Il vulcano spento Fontanelas

Sapendo questo, i ricercatori hanno scelto un vulcano offshore per alcuni motivi, quali la struttura del vulcano, che potrebbe fornire un’architettura ideale per l’iniezione e lo stoccaggio del carbonio, le rocce che sono del tipo giusto per le reazioni coinvolte e la posizione che non è troppo vicina a grandi popolazioni, ma nemmeno troppo lontana.

Ciò che rende la carbonatazione minerale davvero interessante è il tempo. Più velocemente si trasforma in un minerale, più diventa sicuro, e una volta che è un minerale, è permanente” ha spiegato Davide Gamboa, geologo dell’Università di Aveiro e coautore dello studio. I ricercatori hanno studiato il potenziale di stoccaggio dell’antico vulcano Fontanelas, che è parzialmente sepolto a circa 100 chilometri al largo di Lisbona, con un picco di circa 1500 metri sotto il livello del mare.

Gli studi sistemici 2D e 3D del vulcano sottomarino

Per stimare il volume potenziale di anidride carbonica che potrebbe essere immagazzinato in questo sito, gli autori hanno utilizzato studi sismici 2D e 3D del vulcano sottomarino prodotti durante l’esplorazione petrolifera offshore, nonché dati provenienti da campioni dragati dall’area nel 2008.

I campioni dragati contenevano minerali carbonatici formati naturalmente, indicando che le reazioni chimiche necessarie per immagazzinare il carbonio erano già in atto e che gli sforzi intenzionali per mineralizzare il carbonio in queste rocce dovrebbero avere successo. I campioni avevano anche fino al 40% di spazio per i pori, il che significa che ci sono spazi all’interno delle rocce in cui l’anidride carbonica potrebbe essere iniettata e mineralizzata. Secondo i ricercatori anche che gli strati a bassa permeabilità rilevati intorno ai fianchi del vulcano potrebbero contribuire a contenere l’anidride carbonica prima che venga mineralizzata.

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