Siccità, autorità di bacino del Po chiede più potere e risorse

Più poteri e risorse. Sono in sintesi le richieste avanzate dall'Autorità di bacino del Po che, in vista della conversione in legge del dl Siccità
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Più poteri e risorse. Sono in sintesi le richieste avanzate dall’Autorità di bacino del Po che, in vista della conversione in legge del dl Siccità, è stata ascoltata dalle commissioni Agricoltura e Lavori pubblici del Senato. In primo luogo secondo l’ente, “atteso che il problema della gestione della risorsa idrica in condizioni di scarsità sarà una costante nei prossimi anni, è opportuno che le funzioni di regolazione degli invasi vengano attribuite agli Osservatori (costituiti in seno alle stesse Autorità di bacino, ndr) onde evitare che la gestione di queste opere diventi esclusivo appannaggio dei territori in cui esse ricadono”. Inoltre “chiaramente, per sostenere l’impatto che l’attribuzione delle nuove funzioni potrà avere sulle Autorità di distretto, queste ultime dovranno essere messe nelle condizioni di operare al meglio”.

L’AdPo, che ha competenza su un territorio di quasi 90.000 chilometri quadrati che si estende su otto regioni chiede pertanto che il fondo di funzionamento che le viene attribuito “sia almeno in parte reintegrato delle risorse che sono state recentemente tagliate in sede di legge di bilancio 2023 senza nessuna motivazione” (in dettaglio si chiedono 2 milioni a fronte dei circa 4,5 milioni tagliati).

Sul fronte della siccità l’Autorità di bacino ha poi fatto presente che “la diminuzione progressiva delle precipitazioni nell’ultimo ventennio ha fatto registrare un decremento significativo della portata media in chiusura di bacino (sezione del Po a Pontelagoscuro) di circa il 20% su base annua e del 45% nella stagione estiva”. Inoltre “ogni anno nel distretto del fiume Po vengono prelevati mediamente per i diversi usi circa 20 miliardi di metri cubi d’acqua, di cui quasi l’80% è destinato agli usi irrigui”. L’Autorità conclude augurandosi “che la conversione in legge del decreto contribuisca a migliorare il sistema di governo della risorsa, andando a delineare un sistema di poteri dove a ciascuno degli attori in gioco vengano attribuite funzioni chiare e pienamente ‘esercitabili’ “.

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