Sulla siccità in Piemonte l’ennesimo scivolone di butac contro MeteoWeb

L'ennesimo articolo di butac contiene vere e proprie bufale animate dall'ossessione del suo titolare contro MeteoWeb: ecco cos'ha combinato questa volta
MeteoWeb

Lo scorso 21 aprile sul famigerato butac è comparso un articolo intitolato “MeteoWeb e la siccità in Piemonte” che voleva contestare un nostro articolo del 25 marzo, intitolato: “Siccità, i dati meteo smentiscono i catastrofismi. Il caso del Piemonte“. Nell’articolo di butac ci sono – come sempre – clamorosi errori che tra l’altro i lettori del famoso blog autoproclamatosi paladino della lotta per la corretta informazione non possono neanche cogliere perché l’articolo di MeteoWeb non viene né linkato né riportato, attribuendogli frasi e parole che in realtà non ci sono.

L’autore dell’articolo (di cui parleremo più avanti), scrive testualmente su butac che: “L’articolo mostra una mappa dell’Europa che viene dal sito Copernicus, nella sezione Soil Water Index. Nel testo dell’articolo Caridi sostiene che il problema siccità in Europa esista solo in Piemonte. Caridi non è un esperto del settore, bensì un giornalista pubblicista che ha scelto di riportare dei dati ben precisi. Dati che ovviamente danno ragione alla sua tesi: la siccità non c’è in Europa, solo il Piemonte ha qualche problema. Problemi che, come ci spiega Caridi, si risolveranno a breve“.

Ebbene, come si può facilmente appurare leggendo l’articolo originale, mai in alcun punto del testo c’è scritto che “il problema siccità in Europa esista solo in Piemonte” o ancora che “la siccità non c’è in Europa, solo il Piemonte ha qualche problema“, come sostiene l’articolo di butac. Nel testo pubblicato su MeteoWeb, infatti, si fa preciso riferimento ai dati del Soil Water Index “negli ultimi dieci giorni di rilevazioni disponibili (11-21 marzo)“, come ampiamente evidenziato più volte nel testo in modo inequivocabile. Qualora dovesse servire, abbiamo fatto un disegnino:

siccità articolo meteoweb

C’è una bella differenza tra dire che in Europa l’unica zona ad aver sofferto di condizioni di siccità in quei dieci giorni è stato il Piemonte, e invece attribuire a questo dato di fatto una completamente fuorviante visione secondo cui in Europa non ci sarebbe stato genericamente il problema della siccità, di cui invece abbiamo ampiamente dato evidenze su MeteoWeb con centinaia di articoli, reportage, foto, video e approfondimenti negli ultimi due anni in cui la siccità ha colpito in modo molto grave il Nord Italia e anche altre zone europee. Tutti i lettori di MeteoWeb ovviamente lo sanno, ma quelli di butac no perché il controverso blog che vorrebbe smascherare le bufale spesso e volentieri si confonde ed è invece protagonista esso stesso di disinformazione. Come in questo caso.

Nell’ultimo articolo contro MeteoWeb, infatti, l’autore prosegue con un pippone sulla siccità in Europa nell’ultimo anno (!!) e poi conclude con una frase ad effetto: “La disinformazione è una delle maggiori piaghe di questo secolo, farla su tematiche come quella del clima che impattano sulla vita di tutti è ancora peggio“.

Proprio perché siamo fortemente convinti che la disinformazione sia una delle maggiori piaghe di questo secolo, è doveroso evidenziare innanzitutto che Peppe Caridi, il sottoscritto a cui butac si rivolge, oltre ad essere giornalista e direttore responsabile di MeteoWeb, è particolarmente specializzato in meteorologia al contrario di quanto asserito su butac. Prima di fondare MeteoWeb nel 2004, ha collaborato con numerose realtà di meteorologia (MeteoSud, MeteoMediterraneo, MeteoNetwork), ha studiato la meteorologia, è stato relatore in centinaia di convegni e conferenze, ha conseguito la laurea specialistica con una tesi sulla meteorologia, viene regolarmente intervistato su temi scientifici quali meteorologia e climatologia su numerose testate di informazione.

Ma chi è, invece, l’autore di quest’ennesimo articolo contro MeteoWeb su butac? Il testo è firmato da “maicolengel”, che è lo pseudonimo di Michelangelo Coltelli, proprietario e fondatore di butac. Quali sono le competenze di Coltelli? Boh. Non è noto se abbia studiato e cosa abbia studiato, ma probabilmente – secondo le poche informazioni che si possono ritrovare online – non si è mai neanche iscritto all’università. Si auto definisce “Fact Checker“, lui stesso si presenta come uno che “Nella vita vera faccio altro, ma sulla rete amo il debunking, la verifica delle corrette informazioni che ogni giorno la rete ci propone“, e ancora “Di giorno affianco papà nell’attività di famiglia, di notte dopo aver messo a letto i miei bimbi divento un blogger“. L’attività di famiglia è di tipo commerciale: si tratta di una storica e gloriosa gioielleria di Bologna. In sostanza Coltelli è il classico figlio di papà ultra ricco che vive dell’attività ereditata negli agi più totali e poi, per pura passione, da smanettone informatico e con una personalità intollerante rispetto all’opinione altrui, ha deciso di dedicare il suo tempo libero dilettandosi a dare sentenze sul web rispetto a chi scrivesse cose giuste e cose sbagliate.

L’iniziativa di butac è tuttavia animata da un nobile principio: quello di combattere la disinformazione e di smontare bufale e fake news. Il punto è se Coltelli abbia le competenze e gli studi per decidere quali sono effettivamente bufale e fake news, e quali invece sono informazioni corrette o opinioni legittime, seppur diverse dalle sue. Finché Coltelli si dedica a perculare terrapiattisti e fanatici delle scie chimiche o altre palesi amenità, non sbaglia nulla anzi avrebbe il totale sostegno e l’assoluta simpatia di tutti. Invece, però, ha degenerato più volte coinvolgendo personalità autorevolissime, giornali serissimi e professionisti eccellenti, diffamandoli come divulgatori di bufale al punto che butac è già stato in passato sequestrato dalla Procura della Repubblica nel corso dei procedimenti penali in alcune cause per diffamazione.

Se Coltelli non è in grado di comprendere che l’articolo di MeteoWeb fa riferimento alla situazione meteorologica di quei dieci giorni, e non all’universo-mondo, e scivola in modo così clamoroso su un tema tecnico dimostrando di non capire nulla di meteorologia (come già accaduto anche in passato in altri episodi analoghi in cui aveva dimostrato la sua ossessione contro MeteoWeb), come si può pensare di considerarlo un riferimento affidabile per la corretta informazione? Quali sono le sue competenze e qual è il suo background culturale che lo porta a scindere la corretta informazione dalla disinformazione?

Ma la chicca più bella ce la siamo lasciata per la fine. Nel suo articolo contro MeteoWeb, Coltelli ironizza rispetto alle previsioni meteo che a fine marzo pubblicavamo su MeteoWeb, e riporta – in questo caso sì, testualmente – un piccolo stralcio di quell’articolo in cui scrivevamo:

La siccità del Piemonte, quindi, finirà. Il fiume Po tornerà a ingrossarsi così come tutti gli altri corsi d’acqua minori. Fermo restando che il problema dell’approvvigionamento idrico non è in ogni caso legato alla carenza di precipitazioni: in Italia, e in modo particolare al Nord Italia, piove così tanto che anche in un periodo così secco ci sarebbe comunque enorme abbondanza di acqua se solo avessimo una rete moderna e adeguata di dighe e invasi utili a raccogliere l’acqua che piove.

Ebbene, oggi possiamo dire con particolare orgoglio che quella previsione si è rivelata e si sta rivelando perfettamente corretta. Numerose perturbazioni hanno già colpito il Nord Italia determinando ricche e abbondanti precipitazioni che hanno riportato i livelli idrici di fiumi e laghi in crescita. In molti casi addirittura oltre la media. In modo particolare nei giorni a cavallo tra fine aprile e inizio maggio in Piemonte si è verificata la più grande perturbazione degli ultimi 18 mesi con accumuli superiori ai 200mm in molte località:

Questa perturbazione ha riempito molte dighe, molti invasi e bacini idrici del Piemonte, tanto che il lago Gurzia è tracimato e tutti i fiumi in secca per la precedente siccità – appunto – sono tornati carichi d’acqua su tutti i bacini della Regione:

Piemonte, la diga di Vistrorio (Torino) torna a tracimare grazie alle grandi piogge di fine aprile e 1 maggio
Stura di Lanzo a Villanova Canavese (TO), confronto tra venerdì 28 aprile e lunedì 1 maggio

Dopo il Piemonte, il maltempo si è spostato in Emilia Romagna dove ha piovuto così tanto (record assoluto di pioggia giornaliera in diverse località) che si è verificata una disastrosa alluvione, proprio nella terra da cui pochi giorni prima Coltelli, dall’alto della sua esperienza meteorologica (sigh), aveva fatto a noi di MeteoWeb il suo super pippone sulla siccità.

Adesso cosa altro possiamo aggiungere? Soltanto che per i prossimi giorni e le prossime settimane si prospetta un vero e proprio treno di perturbazioni che si abbatteranno con violenza sull’Italia, provocando un lungo periodo eccezionalmente piovoso che consentirà di archiviare definitivamente il lungo periodo di siccità che il Nord ha patito per circa 18 mesi. A livello climatico globale è finito un importante evento de “La Niña”, sta arrivando “El Niño” e adesso per il Nord Italia il problema non sarà più la siccità ma – semmai – l’eccesso di pioggia con tutte le drammatiche conseguenze che comporta in termini di frane, inondazioni, smottamenti, allagamenti e disastri vari.

Qualcuno, invece, pensava che la siccità sarebbe durata per sempre, che non avrebbe piovuto più, che la pianura Padana sarebbe diventata un deserto, seguendo le prediche dei catastrofisti del cambiamento climatico. Che sono esattamente lì, nel girone dell’antiscienza insieme a terrapiattisti, psicotici delle scie chimiche e chi più ne ha più ne metta. Perché, quindi, butac non fa corretta informazione scientifica condannando la disinformazione dei catastrofisti ma al contrario si scaglia contro MeteoWeb? Perché non fa debunking contro i profeti dei peggiori allarmi mai verificatisi? Perché non evidenzia come la Sicilia non è diventata un deserto “entro il 2005”, perché non sottolinea come Venezia non è sommersa dal livello del mare “entro il 2000”, come i fanatici ecologisti profetizzavano alla fine del secolo scorso? Perché non applica il suo fact checking ai rapporti dell’IPCC, organo esplicitamente politico-governativo (lo dice il nome stesso) che però si tenta di presentare come scientifico? Butac potrebbe fare luce sulla disinformazione dei catastrofisti, e invece …

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